Ma la vera battaglia è fra i due avvocati in gonnella

Da una parte Maria Cristina Morelli. Dall’altra Ippolita Ghedini. Uno scontro tra due donne avvocato, diametralmente opposte. Due mondi e due culture che si scontrano nelle aule dei tribunali. E le lungaggini del divorzio, gli accordi sottoscritti e poi stracciati dai coniugi eccellenti Silvio Berlusconi e Veronica Lario, sembrano il prodotto di un duello a distanza tra i due legali. Desiderosi di affermare il proprio stile e la propria capacità professionale, più che di conciliare le parti in causa. Per esempio. Perché mai, si domandano molti esperti di matrimoni falliti, la Morelli si accanisce a chiedere soldi e case per la Veronica quando lei è già ricchissima di suo? Perché mai la casa coniugale deve essere occupata dall’inquilina eccellente quando i suoi figli sono già indipendenti? E poi perché Silvio deve sborsare un vertiginoso assegno di mantenimento quando Veronica non ne ha affatto bisogno?
La Morelli sembra sostenere che non sia mai abbastanza quel che Veronica ottiene. La Ippolita Ghedini, ovviamente, non ci sta, e il duello tra le toghe continua. Prima l’accordo consensuale, ora quello giudiziale. Doloroso, costoso, lunghissimo.
Ma chi sono queste due paladine della legalità? Nessuno si sarebbe accorto della loro esistenza se non fossero state graziate dalla coppia più celebre d’Italia. La Morelli da Cremona, appassionata di fantascienza, è notoriamente una donna di sinistra, molto zen, che ha respirato aria femminista fin dalle sue prime esperienze professionali. È diventata famosa per il silenzio: non rilascia mai dichiarazioni e questo la rende interessante. Sulla separazione ha solo dichiarato: «Mi occupo di una materia che non va gestita sui giornali». Stop. Lei lavora a due passi dal tribunale di Milano in uno studio molto spartano. Si occupa di un matrimonio famoso andato a pezzi ma in realtà è specializzata in bioetica. Non a caso ha assistito Peppino Englaro nella prima fase della sua causa. Cosa ci azzecca con i divorzi, nessuno lo sa. Ma Veronica l’ha descritta come «una persona di cui mi posso fidare». E con questo ha zittito tutti gli increduli competenti di diritto di famiglia.
Il Presidente ha invece puntato su Ippolita Ghedini. Certo, il fratello più famoso assiste, ma è lei, legale padovana, a tirare le redini della causa. E a sentire molti è il vero genio legale di famiglia. «Ippi», 59 anni ben portati, ottima cavallerizza, è sposata a Michele Dalla Costa, al vertice della Procura di Trieste. Si è occupata di alcune cause riguardanti l’ex governatore veneto Giancarlo Galan e della causa che vede contrapposti, per motivi di eredità, i fratelli Brass Tinto e Andrea. Tutti pezzi da novanta che Ippi accoglie nelle stanze antiche e ovattate dello studio di famiglia. Ma Ippolita questa volta va in trasferta per il cliente illustre di cui sostiene le ragioni. Del resto, in ballo ci sono interessi quantificabili attorno agli otto miliardi di euro.
Ma all’inizio della causa qualcuno aveva scommesso tempi rapidissimi e una risoluzione consensuale.

«L’interesse di entrambi è quella di mettersi a più presto a tavolino per risolvere la questione in maniera molto riservata», aveva pronosticato la matrimonialista e politica del Pdl, Elisabetta Casellati. Una previsione sbagliata. Forse perché le due avvocatesse della coppia celebre non hanno nessuna fretta che la causa finisca.

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