Ci sono solo due oasi di vera par condicio radiofonica. Una è abbastanza scontata ed è quella delle conferenze stampa e delle tribune gestite dalla testata parlamentare della Rai. C’è spazio per tutti, dai Pensionati alla Fiamma, dai Consumatori ai Liberali, e la cosa funziona alla perfezione perché Radiouno trasmette in diretta le tribune che vanno in onda contemporaneamente anche in televisione. Tempi certi, domande serie, giornalisti che non si lasciano andare a eccessi di protagonismo personale. Bella storia.
Ma, come dire? Si tratta di un equilibrio obbligato. Perché le conferenze stampa televisive e radiofoniche della testata parlamentare sono regolamentate da una serie infinita di leggi e regolamenti che permettono l’accesso alla televisione anche ai partitini più piccoli e rendono praticamente impossibile ogni violazione della par condicio.
Ma c’è una par condicio più bella, più divertente, più scanzonata. Ed è quella di Fiorello. Proprio mentre Radio Deejay, solitamente ottima e abbondante, svacca un po’ dando spazio ai racconti del Prodi maratoneta e del Fabio Volo che si schianta come ha ben raccontato su queste pagine Filippo Facci, Fiore è perfetto. Perché riesce a mettere a proprio agio i suoi ospiti, pur senza risparmiare niente e nessuno.
Un esempio su tutti. In mezzo a mille casi di antiberlusconismo tanto al chilo firmato da chi ne ha fatto una professione e un business, lo «smemorato di Cologno» è la fotografia di come si possa fare, davvero, satira sul premier. E l’ennesima dimostrazione della grandezza, anche politica, di Fiorello. E del direttore di Radiodue Sergio Valzania che è un po’ il suo scudo di gomma. Del resto, dice tutto il manifesto programmatico di Fiore: «Io non faccio proclami politici, perché lo spettacolo è di tutti e non si possono dividere le platee fra destra e sinistra».
Grazie a Rosario, a Marco Baldini e alla loro banda dei quattro - Bozzi, Di Risio, Cassini e Taddia, gli autori che li affiancano a Viva Radiodue - Berlusconi e Prodi hanno firmato sulle frequenze di Radiodue le pagine più belle della campagna elettorale. Ma ancor meglio ha fatto Nanni Moretti. Arrivato a Viva Radiodue con un proclama perfetto: «Fiorello mi diverte, è simpatico e ora è una delle poche persone che unificano il Paese».
Detto, fatto. E da Fiorello è andato in scena il Moretti migliore, quello che fa lunghi piani sequenza su di sé e lascia la politica sullo sfondo. Quello che diverte. Quello che sta al gioco e si inserisce alla perfezione nei tormentoni fiorelliani.
Da Fiorello, Moretti ha funzionato perché non ha fatto Moretti. Perché è stato Moretti. Capita, da Fiore.
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