da Roma
La porta del dialogo non è chiusa. C’è ancora uno spiraglio, forse. Ma se l’estate non porterà consiglio al Pd, in autunno, da soli o in compagnia, andremo avanti con le riforme. E poi, per dirla tutta, è la «nostra» politica del welfare ad essere «decisamente di sinistra». Stupore? Temporaneo. La frase ad effetto non è nuova. Ma per il Cavaliere torna attuale. Lo spunto arriva dal «Libro verde» del ministro Sacconi, che «indica» la «volontà di attuare un’economia sociale di mercato».
«Uno Stato che voglia davvero essere democratico - spiega Silvio Berlusconi in conferenza stampa - deve dare grande attenzione a chi è meno fortunato. Per questo, abbiamo cominciato ad affrontare in profondità i bisogni delle famiglie deboli e messo a punto un nuovo modello sociale». «Che tipo di politica è?», si chiede il premier. La risposta non tarda ad arrivare: «Questo governo, che ha messo insieme liberali, laici, cattolici e riformisti, intende procedere in una politica che è decisamente quella che la sinistra aveva, almeno nelle parole, promesso e cercato di attuare».
Già, la sinistra. La stessa che, stando alle sue parole, propone di dialogare «con tanta retorica», nascondendo «le tante debolezze» dietro una «cortina fumogena». E che finora - sottolinea - ha saputo solo mettere in campo «i soliti pregiudizi contro di me», dimostrando «sudditanza verso le Procure politicizzate e un cedimento alla violenza verbale di certi giustizialisti che hanno imbarcato, con loro, alle elezioni».
Il governo, assicura il premier, sta mantenendo gli impegni presi con gli elettori, ma non ha fatto «promesse irrealizzabili», perché consapevole della «situazione economica difficile». E senza «alcun supporto dell’opposizione», rimarca, va avanti con le proprie forze. Ad esempio, dopo aver già «disboscato» 7.000 «leggi inutili e obsolete», si propone di proseguire e di risparmiare, entro il 2012, 75 miliardi di euro.
Certo, «in un Paese normale, il dialogo con l’opposizione sarebbe la norma», aggiunge Berlusconi, che invita la parte «riformatrice» a «non sprecare un’altra occasione». Anche perché, la «tabella di marcia» è tracciata. E «dopo l’estate, lavoreremo principalmente in parallelo a tre grandi riforme: federalismo fiscale, giustizia e legge elettorale per le Europee».
Ma non solo, visto che l’impegno per debellare l’emergenza rifiuti in Campania è «appena iniziato». «Siamo usciti dalla fase acuta - ribadisce - ma dobbiamo continuare nella costruzione dei quattro termovalorizzatori», avviando pure la «campagna per l’educazione civica alla differenziata». È una «sfida contro la storia», per rendere Napoli «la città più pulita e ordinata d’Italia», spiega. E si dispiace, scherzando, di non poter «fustigare con 7 sferzate sulla schiena coloro che sporcano», come avveniva a Singapore.
Il Cavaliere, poi, elogia l’operato del ministro degli Esteri, Franco Frattini. Fautore, riconosce, di un lavoro diplomatico che «riporta l’Italia a essere di nuovo protagonista» in campo internazionale. Inevitabile, in queste ore decisive, un passaggio sulle sorti della compagnia aerea di bandiera. Berlusconi, che nel pomeriggio presiede per due ore una riunione ad hoc a palazzo Grazioli, assicura: «Abbiamo i capitali» necessari per rilanciarla. Poi ricorda lo slogan: «Io amo l’Italia, io volo Alitalia». Come dire, «una buona partenza». Smentendo, a seguire, l’ipotesi di un commissariamento per l’azienda.
Il presidente del Consiglio traccia quindi il bilancio dell’esecutivo, ricordando le sue «sette missioni». E affida il compito di lanciare il nuovo format della comunicazione, «GovernoIncontra», a Gianfranco Rotondi.
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