La vera sconfitta? L’istituzione Provincia

Al di là degli esiti strettamente politici, queste elezioni hanno dato diverse indicazioni di carattere generale, delle quali si è cominciato a parlare subito la lettura dei risultati. Già si discute della fine del referendum così come lo abbiamo conosciuto e praticato fino ad oggi e dell'inutilità dei ballottaggi. Ma stavolta gli elettori hanno dato un'altra chiara indicazione: facciamola finita con le province, di cui, come risulta da diversi studi, i cittadini non conoscono neppure le funzioni. Basta dare un'occhiata ai dati dell'affluenza alle urne, limitandoci per semplicità ai ballottaggi ma in proporzione le stesse considerazioni si possono fare per il primo turno.
Domenica e lunedì scorsi per le provincie ha votato il 45,86% degli aventi diritto, era il 69,20 nelle elezioni precedenti. Contemporaneamente per i comuni ha votato il 61,28% contro il 76,14 della volta prima. Dunque, il calo c'è stato per tutte e due le votazioni, ma molto più forte per le provinciali che sono sempre quelle che meno attirano gli elettori. E comunque stavolta hanno registrato l'affluenza più bassa di sempre per una tornata amministrativa, mai scesa sotto il 50%. Insomma, per farla breve: ai cittadini della Provincia interessa poco, molto meno che del Comune e perfino meno della pochissimo amata Europa, per la quale ha votato il 65,05%. In particolare freddi verso questo obsoleto ente si sono mostrati gli elettori di centrodestra, ai quali durante la campagna elettorale dell'anno scorso ne è stato promessa l'abolizione, sull'onda della diffusa indignazione anti-casta. Una freddezza, quella dell'elettorato del Pdl, che a Podestà stava costando l'elezione.

Cosa si aspetta dunque per decretare la fine di questa inutile istituzione territoriale della quale ci promettono la soppressione fin dal 1970, quando nacquero le regioni? La Lega si oppone per ragioni di poltrone? È l'occasione per il Pdl, per dimostrare che non è Bossi ad averla sempre vinta. E comunque si potrebbe cominciare proprio da Milano, avviando un percorso di evoluzione della Provincia in città metropolitana. Altrimenti la prossima volta andrà a votare il 20% degli elettori.