Non accenna a spegnersi la fiammata delle polemiche sul carobenzina. Ieri si sono registrati nuovi rialzi, che hanno portato il prezzo della «verde» ad un massimo di 1,427 euro. Secondo la Staffetta Quotidiana, mentre Agip, Api/Ip e Esso sono ferme ormai da tre settimane, si sono mosse invece Shell, che ha portato a 1,427 euro il prezzo della benzina e a 1,254 euro quello del gasolio, Tamoil, salita fino a 1,419 euro per la verde e 1,249 euro al litro per il diesel e Total dove il prezzo della benzina è arrivato a 1,424 euro al litro e quello del gasolio a 1,254 euro. Ma in alcuni distributori, in particolare in regioni come Campania, Liguria e Marche dove vigono addizionali sulle accise, i listini della verde superano già 1,45 euro al litro. E secondo Adusbef e Federconsumatori, se il prezzo della verde dovesse mantenersi sopra 1,42 euro al litro, limpatto sulle tasche degli italiani sarebbe di 254 euro lanno. I consumatori insistono quindi per un intervento immediato del governo sul fronte fiscale, sterilizzando cioè lIva ed introducendo laccisa mobile. Tutte le altre misure su cui lesecutivo sta lavorando (potenziamento dei self service, razionalizzazione delle rete) richiederebbero infatti, a loro avviso, troppo tempo per essere operative. Ma il presidente della federazione dei gestori Figisc, Luca Squeri, ribatte ai consumatori: «Non è vero che la benzina è aumentata dal primo marzo di 10 centesimi: laumento è stato di 4,6 centesimi.
In Italia - ha spiegato - il prezzo industriale è superiore di 3-4 centesimi rispetto alla media europea» ma questo «dipende dalla peculiarità dei nostri impianti che sono serviti e sotto casa. Tutti servizi che gli italiani apprezzano».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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