Verdi, Carducci e Verga i fondatori della Siae

Verdi e Boito. Ma anche Verga, Carducci, De Amicis. E poi editori come Ulrico Hoepli, Edoardo Sonzogno, Giulio Ricordi, scienziati come Cesare Lombroso. Era un vero e proprio cenacolo di celebrità, quello che il 23 aprile del 1882, in un palazzotto della vecchia Milano, diede vita alla Siae. La nuova Italia era formata da poco, ha ricordato ieri il presidente Giorgio Assumma, festeggiando a Roma i 125 anni di attività, e quell’assemblea costituente composta da artisti e intellettuali, si riunì con lo scopo di «difendere i propri diritti seriamente danneggiati dal diffuso convincimento che considerava le loro opere, teatrali, musicali e letterarie, una sorta di res nullius, qualcosa di cui tutti si potevano appropriare».

Tra gli scopi principali c’erano la mutua difesa dei diritti d’autore, l’appoggio morale e materiale ai soci, la riscossione e la ripartizione dei diritti. Oggi la Società italiana degli autori e degli editori, considerata ente pubblico, conta oltre 80mila aderenti tra autori, editori e mandanti.

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