È possibile rovesciare lo stereotipo che vede l'Opera lirica uno «status symbol» chiuso nel loop di un esoso ingranaggio economico che ne condiziona produzione, distribuzione ed accesso al grande pubblico? È la scommessa di Francesco Micheli, regista di opera per i più grandi teatri italiani ed esteri, ideatore e conduttore di «Opera Off», in scena al teatro Ringhiera; un progetto, il suo, che rimette al centro la relazione intima tra il melodramma, le energie profonde che lo originano e lo spettatore contemporaneo. Opera Off, definita dal suo ideatore una «navigazione internet nel cuore del melodramma» si sviluppa come un romanzo in tre capitoli: cap.1 viva Verdi, dal 17 al 23 aprile; cap.2 Shakespeare vs Verdi, dal 24 al 30 aprile; cap.3 da verdi a Mina, dal 5 al 10 maggio. L'intero progetto prevede il contributo degli allievi dell accademia di Brera che rileggono e vivono le infiltrazioni dell'opera nella contemporaneità. Al centro della scena il soprano Monica Colonna, accompagnata dai pianisti Debora Chiantella e Giulio Zappa, diventa preziosa interprete di questo «salto spericolato», trait dunion che passa dall'aria «Caro nome» del Rigoletto a Mina con la canzone «La voce del silenzio». Viva Verdi, prologo e capitolo 1 di Opera Off, si apre con l'immagine proiettata su un velatino a stampa militare, del film «Fitzcarraldo»: un panfilo bianco naviga impavido sul rio delle Amazzoni e dagli altoparlanti invade la foresta con l'aria «Bella figlia dell'amore». Se il sogno di Fitzcarraldo ieri era quello di portare l'opera nella foresta amazzonica risalendo le acque controcorrente, il lavoro di Francesco Micheli prosegue questo intrepido viaggio identificando l' opera lirica con l'immagine di una «nave che affronta la foresta vergine del mondo di oggi», per trovare una relazione nei nostri linguaggi più comuni. Cosa resta per esempio di Verdi nella città di Milano dove nasce e muore la sua vita artistica? Gli allievi dell'Accademia raccolgono la sfida e ricercano tracce verdiane girando un video in soggettiva dell'ultimo viaggio di Verdi nel suo doppio folle funerale. Cosa c'entrano con il grande maestro le tre disperate drag queen del film Priscilla, con il grande maestro? Il link ce lo offre il regista conduttore che riflette su come di Verdi incida nella condizione femminile dell'epoca elevando le donne al rango di grandi protagoniste dell'opera, vere e proprie dive, ponendo così il seme raccolto poi dalla musica leggera che offre lo spazio ad interpreti come Mina o Patty Pravo.
Nei capitoli successivi il viaggio sempre più rocambolesco accosterà le canzoni di vasco Rossi a Iago, la pazzia di Lady Macbeth interpretata dalla cantante che corre sul cavalcavia dello scalo Farini, e ancora spericolati accostamenti oltre il confine della tradizione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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