Quel Verdicchio dei Castelli di Jesi e l'imperatore Federico II

L'ultimo sole di un'estate che declina è l'occasione per andare a scoprire (o riscoprire) la nobiltà del Verdicchio dei Castelli di Jesi, terra di grande talento e straordinarie virtù naturalistiche e storiche

Quel Verdicchio dei Castelli di Jesi e l'imperatore Federico II
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La imperiale Magnum di "San Paolo" 2021 (annata top premiata con i "Tre bicchieri" del Gambero rosso) ) vale da sola il viaggio. E già la bevuta di questa settimana si potrebbe chiudere qui. A meno di non inseguire quel filo per nulla sottile che unisce la Franciacorta di Barone Pizzini alle Marche di Pievalta. E così l'ultimo sole di un'estate che declina è l'occasione per andare a scoprire (o riscoprire) la nobiltà del Verdicchio dei Castelli di Jesi, terra di grande talento e straordinarie virtù naturalistiche e storiche: basti pensare alla piazza dove il 26 dicembre 1194 la regina Costanza d'Altavilla che stava raggiungendo il marito Enrico VI di Svevia incoronato re di Sicilia, dette alla luce Federico. Davanti al popolo, per tacitare chi considerava i suoi 40 anni un'età troppo avanzata per dare un erede alla dinastia. Un'emozione sorseggiare un bicchiere al tramonto, lì dove venne alla luce lo "stupor mundi", un giorno imperatore del Sacro Romano Impero. E poi raggiungere Pievalta, perla dell'enologia nata nel 2002 dalla grande passione (e cultura vitivinicola e imprenditoriale) di Silvano Brescianini (nella foto), il ceo di Barone Pizzini che affida il progetto ad Alessandro Fenino, enologo con alle spalle le vendemmie del Barone e raggiunto in quell'angolo di paradiso da Silvia Loschi, collega e compagna di vita che si occupa di visite guidate ad altissimo tasso enologico (www.pievalta.it). "Bio dalla nascita, biodinamici per passione, artigiani per natura" è il motto di questo vascello pirata di 44 ettari, di cui 30,4 vitati in un ascetico rito biodinamico in 4 dei 25 Castelli di Jesi: Maiolati Spontini, Montecarotto, San Paolo di Jesi e Cupramontana. Del "San Paolo" c'è da dire che viene prodotto solo nelle migliori annate: biodinamico, elegante e longevo grazie all'affinamento in acciaio, ma anche botti grandi e cemento per almeno 18 mesi. Notevole il "Perlugo" dedicato al presidente Ugo Colombo, metodo classico dosaggio zero che fa diventare il Verdicchio una splendida bollicina.

"Dominè" è il Verdicchio dei Castelli di Jesi doc classico superiore affinato 18 mesi in acciaio, botte grande e cemento. Imbattibile nel rapporto qualità/prezzo il Verdicchio classico superiore "Tre Ripe", nato per raccontare la biodiversità di un territorio da cui il mare si vede. E si sente.

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