Mentre continua il successo strepitoso di pubblico per la grande mostra-evento che vede Chagall, Mirò e Magritte riuniti a palazzo Salmatoris, a donare un ulteriore tocco artistico alla giornata cheraschese sarà lesposizione ospitata nella chiesa di San Gregorio intitolata «Verdure all'Olio» con, in esposizione, le curiose opere di Rodolfo Allasia.
Il pittore, che in passato aveva già avuto modo di essere protagonista in città con una mostra dedicata la mondo bovino, è nato a Racconigi 57 anni fa.
Rodolfo Allasia è un autodidatta in pittura, campo nel quale inizia a cimentarsi con successo sin dal 1966. Il suo percorso artistico lo porta ad incrociarsi con Nino Pirlato e poi Giacomo Soffiantino i quali gli propongono modelli che utilizzerà a suo modo nella prosecuzione del lavoro.
Ammira l'opera del maestro Ottavio Mazzonis, ne vanta l'amicizia e ancora trae grandi occasioni di crescita dalla frequentazione del suo studio torinese.
Dopo il 2000 Allasia ha realizzato numerose personali nella sua città natale oltre che a Carmagnola, Racconigi, Torino, Benevagienna, Savigliano e Frossasco. «Le verdure all'olio - spiega Mario Monasterolo nella presentazione alla mostra cheraschese - hanno ispirato il pennello come scendendo (o salendo, farete voi) alla tela da un pensiero che l'artista stesso ha confidato sulla carta, rivelando di cercare di cogliere «la semplicità della verdura, l'essenza del vegetale, fino a farli diventare icone di un mondo che si deve ancora inventare».
E d'altra parte, entità fragili e sole, le verdure sembrano guardarci «come ci guardano i ritratti di Antonello da Messina».
La confidenza è intima: così come davvero personale è la rivelazione che talvolta «il rapporto spazio-porro, spazio-melanzana, ha un che di magico».
Perché le verdure sono «sospese nel tempo e nello spazio», spesso con un filo fragilissimo.
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