Il bunga bunga ieri l’hanno fatto a Ilda Boccassini. La tesi della pm d’assalto non ha retto alla prova dei fatti, quelli raccontati in aula dai poliziotti e funzionari presenti in Questura a Milano la notte del caso Ruby. Berlusconi non diede ordini, non ci fu coercizione né pressione: l’affidamento della ragazza marocchina alla Minetti fu un libero atto delle forze di polizia e avvenne nel rispetto delle leggi. L’ex premier segna un punto decisivo a suo favore ma, ormai, il danno è fatto. Quella vicenda, ora si sa, solo mediatica, fu infatti decisiva per determinare il clima che portò poi alle dimissioni del governo.
Un giorno la storia dell’anno orribile 2011 andrà riscritta. Sul bunga bunga come sullo spread che ieri, mese sesto dell’era Monti, è tornato sopra i 400 nonostante le rapine fiscali e tariffarie ai danni degli italiani. Dire che non era il centrodestra la causa di tutti i mali è magra consolazione. Bisogna guardare avanti, anche se già si appalesano altri inganni. Tipo che il nuovo può essere il vecchio per antonomasia, come il decano Casini e il suo socio-cameriere Gianfranco Fini che non si è mai più ripreso dal colpo del fallito blitz contro Berlusconi. «Naftalina» li ha definiti ieri Alfano, annunciando una novità rivoluzionaria nel Pdl dopo le amministrative di maggio. Di che cosa si tratta? Chi sa, tace.
Ma certo, per i pochi indizi che conosciamo, sbaglia chi sorride liquidando il tutto come una trovata mediatica.
Non sarebbe del resto la prima volta che sul filo di lana Berlusconi e la sua squadra calano l’asso. Ne sanno qualche cosa Occhetto, D’Alema, Veltroni, Fini e Casini. Quelli che si sentono furbi, quelli dalla battuta facile. Ma inesorabilmente con meno voti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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