Versioni contrastanti e dna: gli inquirenti prendono tempo

Com’era prevedibile sono slittati di qualche giorno gli interrogatori dei tre ragazzi indagati e accusati dello stupro di una giovane di 17 anni la notte di Ferragosto in una casa sulla spiaggia di Tor San Lorenzo sul litorale a sud di Roma. «Oggi (ieri), non è prevista alcuna attività istruttoria» ha riferito una fonte giudiziaria della procura di Velletri che ha iscritto nel registro degli indagati, Simone e Matteo, i due gemelli di 20 anni e un giovane di 18 anni per l’ipotesi di reato di violenza sessuale in concorso tra loro aggravata dal fatto che la presunta vittima è minorenne. Il procuratore di Velletri, Giuseppe Patrone, continuerà presumibilmente l’esame degli atti e delle testimonianze raccolte dalla squadra mobile di Roma subito dopo la presunta violenza. I magistrati hanno anche disposto l’esame del dna per il confronto con i reperti raccolti dalla polizia.
Intanto, cresce lo sgomento ed anche lo stupore tra quanti conoscevano i due ragazzi più grandi, i gemelli, molto conosciuti in zona. La madre non si dà pace: «Da tre giorni stiamo vivendo un incubo - ha detto la donna in un’intervista concessa ad un quotidiano -. Non so come sia potuto succedere, io non posso credere che i miei figli abbiano fatto quello di cui vengono accusati. Semplicemente non posso crederci. Li conosco abbastanza bene da sapere che non ne sarebbero mai capaci, li ho cresciuti io. Non mi hanno mai dato problemi». «I ragazzi sono disperati, non sanno come spiegarsi quello che sta accadendo», ha affermato ancora la madre dei due giovani. «Spero che possano parlare presto con il magistrato - aggiunge la madre - per chiarire la loro posizione. E che tutta questa storia finisca: non ho paura, ho fiducia nella giustizia e credo che presto si farà luce su questa vicenda. Certo, per la mia famiglia non sono stati e non sono momenti facili. Nemmeno me lo chiedo perchè quella giovane abbia accusato i miei ragazzi, non mi interessa. Io so solo che non è possibile».
Cresce il fronte dei sostenitori dell’innocenza dei due gemelli. Giuliano, un amico, ha riferito di aver parlato con loro via messenger e di essere certo della loro estraneità alle accuse: uno dormiva, l’altro la stava solo baciando ed era vestito. E’ tornata anche a Roma, Guenda, l’amica del cuore della vittima.

Mentre qualcuno ha scritto su una Panda sporca di sabbia ferma davanti la casa di Marco e Simone la seguente frase: «Gemelli siamo tutti con voi». E poi ancora i pensieri dei due ragazzi su Facebook, le loro sensazioni, le loro aspirazioni. Quelle di due ragazzi normali, come tanti.

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