Verso l’intesa per il dopo-Ruini: pronto Bagnasco

Verso l’intesa per il dopo-Ruini: pronto Bagnasco

Roma - L’identikit del successore di Camillo Ruini alla guida della Conferenza episcopale italiana è tracciato e corrisponde a quello dell’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco. Su di lui sarebbe caduta la scelta di Benedetto XVI e salvo sorprese dell’ultima ora, sempre possibili, la sua nomina sarà annunciata entro il mese di marzo: ciò significa che non dovrebbero esserci ulteriori proroghe al mandato di Ruini, il quale ha chiesto al Papa di essere sostituito.
Le opzioni prese in considerazione per la non facile successione al «cardinal sottile» che è stato un protagonista dell’ultimo ventennio della storia italiana, erano sostanzialmente due: affidare nuovamente la Cei a un porporato, in grado di assicurare la continuità della linea Ruini, oppure imprimere una svolta «pastorale» alla guida della conferenza, scegliendo come presidente un vescovo (non un cardinale) del Sud del Paese. Le due candidature di cui si è parlato nelle ultime settimane erano quella del cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia (caldeggiata dallo stesso Ruini) e quella di monsignor Benigno Papa, proposta dal Segretario di Stato Tarcisio Bertone.
Quando questa seconda opzione è stata presentata da alcuni giornali come una «scalata» del governo di centrosinistra per assicurarsi una Cei meno interventista (in realtà sui valori «non negoziabili» la linea vaticana e quella della Cei è la stessa), nei sacri palazzi tutto è stato rimesso in discussione. Si è arrivati così a un significativo punto di incontro tra le posizioni incarnate da Ruini e da Bertone: il nuovo presidente della Cei Bagnasco, se le indiscrezioni saranno confermate, è un arcivescovo non ancora cardinale (lo diventerà con tutta probabilità al prossimo concistoro), è considerato molto vicino a Ruini ma è anche molto stimato da Bertone, che lo aveva messo in cima alla lista dei suoi possibili successori per la diocesi di Genova quando aveva lasciato il capoluogo ligure per diventare «primo ministro» del Papa.
Nei giorni scorsi Bagnasco è tornato a Roma, dopo esserci già stato per la visita con gli altri vescovi della regione, e avrebbe già accettato la nomina. Se le indiscrezioni saranno confermate, la designazione di Bagnasco segnerà la fine di un lungo periodo (ventidue anni) durante il quale la carica di presidente della Cei è stata unita a quella di Vicario del Papa, prima con il cardinale Ugo Poletti (1985-1991) e poi con il cardinale Camillo Ruini (1991-2007). Il nuovo presidente, infatti, rimarrà alla guida della diocesi ligure.

Nato a Pontevico (Brescia) nel gennaio 1943, cresciuto a Genova, Bagnasco è stato vescovo di Pesaro quindi Ordinario militare per l’Italia. Potrebbe dunque essere lui a dover gestire la delicata battaglia sui «Dico» nei prossimi mesi.

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