Listituto Mario Negri e listituto Weizmann impegnati nella lotta allepilessia e allAlzheimer hanno presentato due ricerche davanguardia realizzate comunemente dai due istituti grazie ai fondi raccolti con i concerti straordinari organizzati ogni anno dal Comitato Negri Weizmann. Lo studio sullepilessia, illustrato dalla ricercatrice dell' istituto milanese Anna Maria Vezzani, constata che oggi i farmaci antiepilettici disponibili agiscono sui sintomi della malattia, soddisfano controllando circa il 70 per cento dei pazienti ma ancora oggi non sono in grado di prevenire la causa dellepilessia. Qualche speranza arriva dallidentificazione di una proteina in grado di bloccare lattacco epilettico. Dai test si è scoperto la proteina nel sangue che non riesce a superare la barriera ematoencefalica. Non raggiungendo il cervello, sede dellorigine delle crisi epilettiche, azzera ogni effetto. I ricercatori del Mario Negri e del Weizmann hanno identificato il gene che dà luogo a quella proteina, e lo hanno quindi inserito nei neuroni dellarea epilettogena, perché possa, proprio lì, dar luogo alla proteina in grado di spegnere lattacco convulsivo.
Sul fronte dellAlzheimer, lottimismo deriva dal secondo studio che fa ipotizzare un «vaccino». Il ricercatore israeliano Michael Schwartz ha illustrato gli studi sulle placche amiloidi e sulla loro infiammazione. Un elemento determinante nella genesi del male visto le placche si formano nel tessuto cerebrale determinando il decadimento cognitivo. Ora, la ricerca dimostra che il recupero dei danni e delle lesioni al Sistema Nervoso Centrale è sensibilmente dipendente da una ben controllata attività delle cosidette Cellule T dirette agli antigeni del sistema nervoso stesso.
Verso un vaccino contro lAlzheimer
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