Vertice Ue, le operazioni in Libia continueranno "Pressione militare fino alla caduta di Gheddafi" 

La pressione militare sul regime libico non cesserà fino a quando Gheddafi non avrà ceduto il potere. Sarkozy: "Se non fossimo intervenuti in Libia ci sarebbero stati decine di migliaia di morti". Berlusconi: "Gheddafi sempre più solo"

Vertice Ue, le operazioni in Libia continueranno 
"Pressione militare fino alla caduta di Gheddafi" 

Bruxelles - La pressione militare sul regime libico sarà mantenuta fino a che il colonnello Gheddafi resterà al potere. E' questa l'intenzione del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e del presidente francese Nicolas Sarkozy, espressa nelle loro dichiarazioni al termine del Vertice di Bruxelles. Sarkozy ha poi aggiunto che "se non fossimo intervenuti in Libia ci sarebbero stati decine di migliaia di morti e Bengasi sarebbe stata rasa al suolo".

Rasmussen: grande unità di intenti C’è "grande unità di intenti" tra i partner dell’Alleanza. Così il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, risponde ai microfoni di Sky ad una domanda sulla strategia dell’alleanza in Libia, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri Franco Frattini che aveva aperto all’ipotesi di stop umanitari dei raid per consentire l’accesso di aiuti alla popolazione. "Lo stesso Frattini ad aprile ha definito le tre priorità, i tre obiettivi chiari della missione: la fine degli attacchi del regime contro i civili, il ritiro delle forze di Gheddafi e l’immediato accesso alle operazioni umanitarie", ha ricordato Rasmussen sottolineando che "lavoreremo perché questi obiettivi siano raggiunti". E "a mio avviso - ha concluso - il modo migliore è mantenere la pressione militare su Gheddafi" 

Berlusconi: il raìs sempre più solo "Siamo tutti convinti che ogni giorno Gheddafi sia lasciato più solo, perché molti dei suoi più stretti collaboratori lo abbandonano. La speranza è che a un certo punto si possa arrivare a una mediazione, anche politica, che preveda da parte sua l’abbandono del potere. Ma nessuno azzarda un pronostico circa i tempi - di settimane, comunque, si pensa - in cui questo possa accadere", ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

L'opposizione pronta a negoziare "Consideriamo che (il leader del regime libico Muhammar Gheddafi,ndr.) debba rassegnarsi a lasciare, o accettare una "pensione" in una zona remota della Libia. Non vediamo inconvenienti a un suo ritiro in un’oasi libica, sotto controllo internazionale": lo dice in un’intervista al quotidiano francese Le Figaro Mahmud Shammam, portavoce del consiglio nazionale di transizione (CNT) della Libia. Inoltre, prosegue il portavoce del CNT, "l’opposizione è pronta a negoziare con qualsiasi tecnocrate o ufficiale libico che non abbia le mani sporche di sangue, per integrarlo in un futuro governo di transizione che dovrà organizzare le elezioni".

Alla domanda se confermasse le recenti parole di emissario russo, che ha detto che il regime di Gheddafi ha lanciato dei negoziati diretti con i ribelli, Shammam risponde: "Si, dei contatti sono in corso attraverso degli intermediari. Ma questi negoziati non sono mai diretti. A volte si tengono in Sudafrica, a volte a Parigi, dove Gheddafi ha inviato di recente un rappresentante per parlarci".


 

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