Vespe, il «delfino» salvato dalle amicizie pericolose

dal nostro inviato a Budapest

Meglio in acqua che in strada. Ci sono tanti modi per salvare un figlio. Mamma Dora e papà Raffaele ci hanno provato e ci sono riusciti. Francesco Vespe oggi è un nuotatore da record italiano, napoletano del quartiere di Pianura, uno di quei posti difficili in cui vivere a Napoli. Poco a nord dello stadio San Paolo, dove si intrecciano storie di vita e malavita. Francesco stava là in mezzo, circolava per quelle strade, chissà come se la sarebbe cavata. «Soffrivo anche d’asma ed allora i miei hanno preso l’occasione al volo: soprattutto per togliermi dalla strada». Francesco oggi ha 23 anni, nuota il delfino, specialità che, con Fritz Dennerlein, in Italia ha fatto leggenda. Napoli chiama Napoli: da Dennerlein a Vespe che poi è l’altra faccia di Rosolino, quello bello, ricco e figlio di un’altra storia di successo. Questo ben piantato, con le orecchie a sventola e gli occhioni grandi che hanno voglia di vedere un altro mondo.
Ieri mattina Vespe ha messo il turbo: 200 delfino, la specialità in cui Michael Phelps fa il mostro, e record italiano (1’57"72). Più di un secondo sotto il suo personale. Tempo che, nelle qualificazioni, non ha battuto più nessuno. Poi sono venuti i tempi duri nelle semifinali: Vespe terzo nella sua, ottavo tempo di qualifica per la finale che la dice lunga sulle sue chance nella gara di oggi. Ma poco importa. Il nostro si è già ritagliato un posto nell’albo del nuoto italiano. Vale il messaggio. Al nuoto? Non solo. «Questo è un messaggio ai miei amici che non hanno preso la strada giusta. Voglio dire che si può vincere anche in altri modi». Insomma meno coltelli e più fatica. Lui ci prova sempre, anche quando gli tocca cambiar piscina. Quella di Monteruscello, vicino a Pozzuoli, ogni tanto viene vandalizzata. Il termine è tutto suo. «Ci rubano coppe, sfasciano ogni cosa. Ecco perché spero di aver lanciato un messaggio».


Qui, a Budapest, lo hanno seguito i genitori, entrambi pensionati. «La mamma ha perfino superato la paura di volare». Ed è stata ricompensata. Lui si è ispirato leggendo un libro: «Il conte di Montecristo». Storia per uomini duri. Conta sempre il messaggio.

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