Stile

Vestirsi come un finlandese (senza nuotare nel ghiaccio)

di Daniela Fedi

La via finlandese a coraggio, benessere e felicità? Si chiama «sisu», termine intraducibile anche se pronunciabile (non è poco con le lingue ugrofinniche piene di caratteri tipo «ö») che indica il cocktail di coraggio quotidiano, grinta e determinazione necessario per vivere in un Paese dal clima estremo. Per praticare la sisu bisogna nuotare all'aperto anche sottozero, abbracciare gli alberi, fare tante saune bollenti e considerare superflue un sacco di cose piacevoli tipo il trecentesimo paio di scarpe col tacco. Esiste anche un manuale (Sisu, Sonzogno editore, 198 pagg) in cui la giornalista Katja Pantzar racconta di aver sconfitto la depressione buttandosi in mare da un molo di Helsinki nel mezzo dell'inverno e dedicandosi a quella noia infernale che in Giappone secondo Marie Kondo è «l'arte del riordino» mentre per i finlandesi diventa «siivouspäivä». Insomma la sisu ci sembrava quel che la Corazzata Potemkin sembra a Fantozzi: «una ca... pazzesca».

Poi sono arrivate le collezioni maschili del prossimo inverno. Al Pitti di Firenze la tendenza scandinava si è sentita forte e chiara. Mentre a Milano Armani ha detto: «Mi sono immaginato alla finestra di una casetta in Finlandia a guardare una renna nel paesaggio innevato» dopo aver fatto sfilare con la collezione Emporio uomo per il prossimo inverno un esercito di fusti avvolti in splendide pellicce ecologiche. Alcuni modelli erano proprio bardati dalla testa ai piedi tanto che sul nostro taccuino è comparso l'appunto «scarpe in foca tipo Nanuk l'esquimese». Altri sembravano la versione pulita e chic di Di Caprio con la pelle di lupo intorno al collo nel meraviglioso film The Revenant (Redivivo) girato da Alejandro González Iñárritu nelle regioni più gelide di Canada e Stati Uniti. Sta di fatto che a tutto avevamo pensato fuorché a un'ispirazione finlandese per Armani che notoriamente ama sole e mare, non certo il freddo e la neve. «Si ha voglia di un mondo diverso, con un sapore particolare e più legato alla natura» ha invece spiegato lui indicando appunto i paesi vicino al Circolo Polare Artico «che nessuno conosce bene».

Inevitabile a questo punto informarsi. L'annuale «World Happiness Report» con cui l'ONU misura il livello di felicità degli abitanti di 156 Paesi e quello degli immigrati presenti in 117 Paesi, ha messo la Finlandia al primo posto. Per la cronaca l'Italia è al 47simo. Se noi viviamo nel paese più bello del mondo, loro hanno un territorio che per tre quarti è coperto di foreste: con una passeggiata di 5, massimo 10 minuti ogni finlandese può trovarsi immerso nella natura di un bosco. Hanno anche acqua dappertutto ed è la più pulita che ci sia. Dai rubinetti di Helsinki (quando non sono bloccati dal gelo oppure rotti perché per aprirli tocca prenderli a martellate) sgorga un liquido che se lo sogna Messner nella storica pubblicità della minerale «Altissima, Purissima, Levissima». Inoltre un test sull'onestà dei cittadini condotto su scala mondiale dal Reader's Digest rivela che su 12 portafogli lasciati appositamente per strada a Helsinki, 11 sono stati restituiti ai legittimi proprietari. Sono anche alti, biondi e belli oltre che educati fin dalla più tenera età alla parità di genere. Insomma un vero paradiso.

Certo se per imitarli tocca buttarsi nel Naviglio Centrale mettiamo in conto la leptospirosi oltre al rischio polmonite.

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