Vezzali e Montano a caccia dell’oro

Andrea Demichelis

da Torino

Aldo e Valentina. Tutto in un giorno. Giù la maschera e arma in pugno, di fronte una pattuglia di rivali e un mondiale da scalare passo dopo passo. Domenica bestiale a Torino, per palati fini e cuori forti. L’Italia della scherma va a caccia delle prime medaglie e cala i suoi assi. Sale in pedana la Regina, Valentina Vezzali. Un anno fa, a Lipsia, era mamma da quattro mesi, dimostrò che non bastava una gravidanza a sgualcirne l’immensa classe. Oggi suo figlio Pietro la guarderà dalle tribune dell’Oval respingere gli assalti di chi vuole deporla dal trono. Poi c’è Montano, che sorride e si tocca la coscia malandata, quella che tra un assalto e l’altro richiede le cure del fisioterapista. Firma autografi, centinaia di flash lo immortalano, le ragazzine lo inseguono. Lui non si nega, soprattutto ora che la prima è andata, anche se con qualche incidente di percorso. Gli toccavano le qualificazioni della sciabola e per uno che è il campione olimpico in carica non è il massimo. Ha dovuto cominciare da zero, come una terza o quarta linea qualunque. Sei assalti nel girone eliminatorio e due sconfitte che un po’ fanno meditare. Poi l’ultima fatica: eliminazione diretta contro Randolfo Campos, El Salvador. Superata di slancio, 15-9. E un sorriso lanciato alla sorella Alessandra, come dire: «È andata».
Il bello viene oggi, c’è un titolo mondiale cui dare la caccia, in barba agli acciacchi che ancora lo perseguitano. «Non sono al cento per cento, inutile nasconderlo. Ma stringo i denti e vado avanti, per arrivare fino in fondo». Non si nasconde, un buon piazzamento non è traguardo che possa accontentare chi si è arrampicato in cima all’Olimpo. E allora «domani (oggi, ndr) salgo in pedana per vincere. Mi sentirò soddisfatto solo con una medaglia al collo. D’oro, ovviamente». Sa che per come si è presentato a questi mondiali sarebbe un’impresa. Proprio quello che cerca. Sorridono anche gli altri italiani, Luigi Samele e Gianpiero Pastore, qualificati senza intoppi. Come Gigi Tarantino, che ieri non ha tirato perché ammesso di diritto al galà finale.

Si è gustato lo spettacolo in jeans e t-shirt, sguardo rilassato sulle fatiche dei compagni di squadra. Come lui, le fiorettiste del dream team azzurro: Vezzali, Trillini, Granbassi e Salvatori. Troppo forti per passare attraverso le forche caudine delle qualificazioni.

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