Politica

«Vi presento una moda nuova fatta da gente che non si dà arie»

Anna Molinari arriva all’appuntamento con le sue sfilate, Blugirl e Blumarine, rispettivamente venerdì 24 e sabato 25 settembre, con un giudizio positivo sulla scelta della Camera Nazionale di avvicinare il fashion system al cuore di Milano attraverso nuove location dislocate nel centro della città. «Ho sempre considerato la moda un’espressione artistica ma allo stesso tempo una realtà produttiva» sostiene la stilista di Carpi annunciando di aver scelto il bellissimo giardino di palazzo Serbelloni per dare al suo stile romantico e un po' anche provocatorio, la giusta atmosfera. «Nelle sale della fiera ci sentivamo un po' come soldatini e sebbene noi avessimo a disposizione la tensostruttura al Vigorelli, la sensazione che ne avevamo era un po' claustrofobica». Ecco cosa ci svela del suo lavoro.
È difficile rinnovarsi stagione dopo stagione?
«È importante non cambiare identità ma cercare ispirazione nella cultura e nell’arte rimanendo se stessi. L’esperienza ci dice che tanti clienti hanno abbandonato alcune griffe proprio perché non hanno saputo mantenere il proprio stile».
Qual è la sua filosofia?
«Sta tutta in tre concetti: seduzione, femminilità e romanticismo. E riflettere sull’importanza delle emozioni. I miei vestiti debbono trasmettere le stesse sensazioni che si provano guardando un bel film. Non bisogna mai smettere di sognare, anche se la fase depressiva nella moda non è finita».
Come ha sviluppato le collezioni per la prossima estate?
«Mettendo a punto uno stile deciso e sensuale, romantico e forte, che s’imprima nella mente e nei cuori delle donne. Ho scelto stampe raffinate e grafiche ma anche fiori e farfalle. La sfilata Blugirl, per esempio, parte con un’uscita di teneri pois nei colori sorbetto, azzurro, verde acqua, fragola, per comunicare un mood alla Audrey Hepburn. Freschezza e gioia, perciò, ma anche carattere e grinta».
Insomma una doppia anima…
«Sì perché sono una donna forte e coraggiosa, ma allo stesso tempo dolce, sensibile e generosa. In queste due collezioni c'è tutta me stessa».
Nella sua forza si legge pragmatismo e buonsenso…
«La nostra società, la Blufin, che comprende i marchi Blumarine, Blugirl e Anna Molinari, ed è amministrata da mio figlio Gianguido, sta andando a cento all’ora, confermando i budget di vendita e accelerando sull’internazionalizzazione. Fra Blumarine e Blugirl, abbiamo circa 70 boutique nel mondo». Rispetto a un anno fa, c'è più ottimismo?
«Senza dubbio: i russi si sono ripresi molto bene, la Cina ha sempre più consumatori con forti capacità di spesa, la Francia è per noi un mercato meraviglioso tant’è che alla boutique di Avenue Montaigne a Parigi presto si affiancherà quella di Faubourg Saint Honoré. E molte soddisfazioni ci stanno arrivando anche dai paesi orientali. Poi abbiamo ampliato lo showroom milanese, in un palazzo storico di Via Manzoni, con uno spazio di 1500 metri quadri».
Si sente gratificata?
«La massima gratificazione è l’affetto della mia famiglia e dei miei operai. E poi mi fanno felice le ragazzine che mi chiedono l’autografo mentre le mamme mi fanno i complimenti. Non solo perché apprezzano i miei vestiti, ma perché si rendono conto che nella moda ci sono anche persone normali, che lavorano sodo e non si danno arie».
Di lei si dice che rende giovani le donne. Come fa?
«Per fortuna s’invecchia ma bisogna farlo bene evitando di essere ridicole. Capi raffinati, perciò, da personalizzare con qualche accessorio speciale.

Mi tengo alla larga dalla volgarità: non propongo mai un seno nudo così come cerco di non prendere alla lettera epoche lontane: si rischia di sembrare antiche».

Commenti