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Il castello di Vulci tra mito e storia: quel luogo conteso dal diavolo e dai nobili

Il castello di Vulci ha una ricca storia che ha a che fare con la gestione del potere nel Medioevo e nell'Età Moderna: ma è un luogo anche ammantato di mito

Il castello di Vulci tra mito e storia: quel luogo conteso dal diavolo e dai nobili
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Il castello dell’Abbadia di Vulci è un luogo in cui storia, leggenda e natura si intrecciano indissolubilmente. Situato nei pressi del borgo di Canino in provincia di Viterbo, l’edificio si trova in quella che nel Medioevo e nell’Età Moderna era considerata una zona di confine tra due stati: lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana. Inoltre il castello si trova vicinissimo a un ponte, e i ponti in quelle epoche erano fondamentali per collegare i territori, dare vita a scambi commerciali, religiosi o culturali.

La storia del castello di Vulci

IL castello di Vulci

Il castello di Vulci, costruito in trachite, è originario almeno del IX secolo. Inizialmente era un’abbazia benedettina dedicata a san Mamiliano - da cui l’attributo “dell’Abbadia” - ma ben presto il potere politico iniziò a farlo proprio, dando vita a una lunga carrellata di proprietari o residenti. E il castello, da luogo di culto cattolico, diventò emblema di potere e al tempo stesso roccaforte difensiva.

I primi abitanti “laici” a interessarsene, nel XII secolo, furono gli Aldobrandeschi, gli Orvieto e i Prefetti di Vico: durante le loro lotte per accaparrarselo, l’edificio fu profondamente trasformato, non solo nella funzione cui si accennava, ma anche nella struttura architettonica a partire dal maschio e dalle mura. Iniziò quindi ad apparire la torre di vedetta che ancora oggi spicca lungo la linea dell’orizzonte.

Nel XV secolo i Farnese lo resero un loro feudo. Tra loro, Alessandro Farnese, che successivamente divenne papa con il nome di Paolo III, modificò la facciata e il territorio di riferimento: il castello ricadde infatti nel Ducato di Castro, per poi rientrare nello Stato della Chiesa a metà del XVII secolo.

Fine dell’ancien regime e Restaurazione non cambiarono il valzer delle residenze. Il castello di Vulci fu abitato da Luciano Bonaparte nel periodo delle guerre napoleoniche, mentre nel XIX secolo fu abitato dai Torlonia e poi modificato dal punto di vista della funzione, dato che divenne dogana pontificia.

La svolta avvenne però con l’Unità d’Italia: si decise che il castello sarebbe diventato il Museo Archeologico Nazionale di Vulci. E così è: l’edificio ospita una struttura museale che raccoglie i preziosi reperti archeologici rinvenuti sul territorio.

Curiosità e leggende

Il Ponte del Diavolo

D.H. Lawrence, l’autore de L’amante di Lady Chatterley, visitò il territorio di Vulci e descrisse il castello nel libro Libri di viaggio e pagine di paese. Lawrence scrisse, nell’epoca precedente alla costituzione del museo: “A ridosso del ponte, da questa parte, è la nera costruzione del castello rovinato, con l'erba che spunta dall'orlo dei muri e dalla nera torre. Come il ponte è costruito con blocchi di tufo spugnoso, bruno-rossiccio, ma molto più quadrati. E c'è all'interno un vuoto tutto speciale, Il castello non è interamente in rovina, è una specie di casa rurale”.

Una delle curiosità interessanti sul castello di Vulci riguarda il ponte a esso adiacente, il cosiddetto Ponte del Diavolo. In realtà è solo uno dei ponti del diavolo esistenti al mondo, dato che secondo una leggenda diffusa in tutto il globo e riadattata per l’infanzia da James Joyce, questi ponti verrebbero costruiti in una sola notte dal demonio in persona. Nel mito il diavolo viene sempre gabbato dalla popolazione locale, che decide di sacrificare un piccolo animale per salvare capra e cavoli, o meglio il ponte e l’anima.

Il complesso castello di Vulci-Ponte del Diavolo è all’interno del locale parco archeologico-naturalistico. Il ponte, che è molto antico, essendo di epoca etrusca, collega le due sponde del fiume Fiora, su una delle quali ricade il castello, e consta di tre archi, del quale uno, il centrale, è alto 20 metri.

Come e quando visitare il castello di Vulci

Castello vulci informazioni

Visitare il castello di Vulci significa visitare il museo che raccoglie i reperti della locale necropoli, oltre che alcune esposizioni temporanee d’arte.

Il contenitore culturale è visitabile tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 8.30 alle 19.30. Il biglietto si fa in loco e costa 2 euro, ma c’è anche un’opzione di prezzo ridotto per cui, in base ad alcune agevolazioni, si paga la metà.

La prima domenica di ogni mese però l’ingresso al museo è gratuita.

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