Chiese, ponti, fontane: il bello di Spoleto è Storia

Un punto di partenza per una primissima visita alla città di Spoleto: cosa visitare, dal duomo alla fontana del Mascherone

Chiese, ponti, fontane: il bello di Spoleto è Storia

Spoleto, in provincia di Perugia, in Umbria, è una città molto interessante sotto il profilo culturale. I luoghi di interesse sono davvero diversi, e tanti sono ascrivibili alla tradizione artistico-religiosa locale, dato che in gran parte si tratta di architetture religiose (ma non solo).

L’arte a Spoleto permea in maniera indissolubile il tessuto urbano e l’hinterland rurale. È un’arte fatta di pietre, che racconta una storia antica. Pare infatti che Spoleto fosse un centro anche durante la preistoria, già forse nel XII secolo a.C: ma sicuramente si hanno testimonianze comprovate dall’VIII secolo a.C., grazie alla presenza di una necropoli che ha restituito una narrazione fatta di usi e costumi, di equilibri sociali, di diritto.

Tanto che al museo archeologico nazionale di Spoleto è conservata la Lex Spoletina, un’epigrafe che regolamentava l’utilizzo dei boschi sacri intorno all’insediamento urbano.

La Cattedrale di Spoleto

Duomo di Spoleto

Sono moltissime le chiese di Spoleto interessanti da visitare, in particolare le più antiche, come l’abbazia di San Paolo “inter vineas” che risale al VI secolo o la basilica di San Gregorio Maggiore. Ma niente più del duomo riesce a rappresentare l’architettura religiosa cittadina.

Risalente al XII secolo, la cattedrale è dedicata alla Madonna Assunta ed è monumento nazionale. Possiede una particolare facciata a capanna, con un portico fatto di archi a tutto sesto e un tetto spiovente, mentre su un lato ricade l’imponente campanile. Dal punto di vista stilistico, il duomo è un mosaico che si dipana tra il longobardo, il gotico e il romanico.

L’interno è invece in stile barocco: si può accedere a tre navate con volte a crociera, ma quello che attrae fortemente il visitatore sono gli affreschi. Nel duomo c’è infatti un abside i cui dipinti sono stati realizzati da Filippo Lippi sul tema dell’agiografia mariana. Tuttavia sono presenti anche opere di Giuseppe Valadier e Annibale Carracci.

Il Ponte delle Torri

Ponte delle Torri

È molto antico, ma non si sa a quando risalga, il Ponte delle Torri: a giudicare dall’aspetto cui è arrivato fino a oggi, si crede che l’ultima ristrutturazione o restauro possa risalire al XIV, ma si tratta sicuramente di un acquedotto romano, quindi sorto molto prima della fine del Medioevo.

Presenta 9 arcate, poste all’altezza di 80 metri, per una lunghezza totale di 230 metri: fungeva da collegamento infatti tra il Fortilizio dei Mulini, una torre oggi rudere che un tempo veniva utilizzato come punto di vedetta e come mulino, e la Rocca Albornoziana.

La Rocca Albornoziana

Rocca Albornoziana

Si tratta di una possente fortezza in cima al colle Sant’Elia: il suo ruolo non fu solo la protezione del territorio, come spesso accadde per questo tipo di costruzioni, ma anche l’affermazione di potere.

La Rocca Albornoziana è infatti simbolica: le sue geometrie regolari, pensate dall’architetto Matteo Gattaponi nel XIV secolo, creano un’armonia tra pieno e vuoto, tra interno ed esterno. La facciata è rigorosa, equilibrata tra simmetrie e asimmetrie, ma al tempo stesso elegante.

Fu voluta da papa Innocenzo VI: il papato stava tornando a Roma dopo la Cattività Avignonese, e al pontefice serviva un edificio dalla funzione difensiva che fosse bello a vedersi e che simboleggiasse appunto quello che sarebbe passato alla storia come il potere temporale della Chiesa cattolica.

La fontana del Mascherone

Spoleto

A Spoleto esistono alcune cappelle sconsacrate. Tra esse c’è la chiesa dei Santi Simone e Giuda, che è del XIII secolo e oggi è uno spazio eventi. Attigua alla chiesa sorge la fontana del Mascherone, il sui nome viene appunto dallo spaventoso ma meraviglioso mascherone, con il volto di animale antropomorfo, da cui sgorga l’acqua. Potrebbe risalire al XV secolo, ma è stata rimaneggiata e restaurata più volte.

Il restauro più importante è relativo al XVIII secolo e fu voluto da papa Clemente XII.

La fontana infatti non è soltanto un pezzo d’arte e di storia importante per Spoleto, ma costituiva un punto in cui popolazione locale e pellegrini potevano abbeverarsi. Tanto che nel 1642 fu apposta una targa: “Bibe viator”. In latino significa “bevi viandante”, e rappresenta un invito a dissetarsi per coloro che si stavano recando alla Rocca Albornoziana.

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