Nei "crotti" al lume di candela per gustare pizzoccheri e polenta taragna

Tante le specialità del territorio, dalla bresaola ai tipici formaggi d'alpeggio, senza dimenticare l'eccellenza dei vini

Nei "crotti" al lume di candela per gustare pizzoccheri e polenta taragna
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In Valtellina, la montagna si racconta anche attraverso il gusto. I paesaggi di Sondrio e della sua valle, modellati da secoli di lavoro dell'uomo, custodiscono un patrimonio enogastronomico che riflette la storia, la cultura e la tenacia di chi vive tra queste montagne. La valle è celebre per i suoi vini di montagna, frutto dei vigneti che disegnano i versanti tra Berbenno e Tirano. I terrazzamenti, sostenuti da chilometri di muretti a secco, sono un capolavoro paesaggistico e umano. In queste condizioni estreme cresce il Nebbiolo delle Alpi, localmente chiamato Chiavennasca, da cui nascono vini di grande eleganza: lo Sforzato di Valtellina DOCG, ottenuto da uve appassite, e il Valtellina Superiore DOCG, nelle sue cinque sottozone Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella che raccontano le sfumature del territorio. Cantine e cooperative offrono degustazioni e passeggiate tra filari sospesi sulla valle. Il gusto valtellinese è profondamente legato alla tradizione contadina. I protagonisti della tavola sono i pizzoccheri, ma con due anime diverse. A Teglio, patria del piatto e sede dell'Accademia del Pizzocchero, i pizzoccheri della Valtellina sono tagliatelle corte di grano saraceno e farina bianca, cotte con verze e patate, condite con burro fuso, formaggio Valtellina Casera DOP e aglio dorato. In Valchiavenna, invece, i pizzoccheri chiavennaschi sono piccoli gnocchetti di farina bianca, pane e patate, conditi con burro, salvia e formaggi d'alpeggio: due ricette diverse, unite dallo stesso spirito di montagna. Accanto ai pizzoccheri, gli sciatt croccanti frittelle di grano saraceno ripiene di formaggio fuso e la polenta taragna, arricchita da burro e formaggio, rappresentano la cucina autentica delle osterie di montagna. La bresaola della Valtellina IGP, prodotta tra Chiavenna e Tirano, porta in tavola la leggerezza della carne di manzo essiccata secondo antiche tecniche. Tra i protagonisti assoluti ci sono i formaggi d'alpeggio, simbolo della transumanza estiva. Il Bitto DOP, stagionato per anni nelle casere di Gerola e Albaredo, e il Valtellina Casera DOP, più giovane e versatile, esprimono la ricchezza dei pascoli d'alta quota. La Valchiavenna custodisce una delle esperienze gastronomiche più suggestive: quella dei crotti, cavità naturali tra le rocce in cui soffia il sorel, una corrente d'aria costante che mantiene il clima ideale per conservare vino, salumi e formaggi. Molti crotti, oggi trasformati in accoglienti ristoranti, offrono menu tradizionali da gustare al lume di candela, tra pietra, legno e profumo di cantina. Il viaggio prosegue con i dolci di montagna: la bisciola, pane dolce con frutta secca e miele, le torte di segale e i biscotti di Prosto, tipici della Valchiavenna, riportano ai sapori semplici di una volta. Oggi, accanto alla tradizione, cresce una nuova generazione di cuochi e produttori che reinterpretano i sapori locali con stile contemporaneo.

A Sondrio, Morbegno e Tirano, ristoranti e bistrot propongono piatti creativi, valorizzando le materie prime valtellinesi. In autunno, quando i vigneti si tingono di rosso e l'aria si fa più fresca, la valle celebra i suoi prodotti con fiere e sagre che animano borghi e piazze.

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