Tombola di Natale: da Napoli al resto d'Italia, tutte le varianti

La tombola è il gioco simbolo del Natale: le sue origini sono legate alla città di Napoli ma, nel corso dei secoli, ne sono nate diverse varianti in moltissime regioni italiane

Tombola di Natale: da Napoli al resto d'Italia, tutte le varianti

La tombola non è solo un classico delle feste, è “il” gioco di Natale in Italia. Questa tradizione è nata a Napoli, ma ne esistono delle varianti regionali interessanti, spesso legate alla "smorfia": la raffigurazione di un’immagine metaforica legata i numeri. Quella della tombola è un'usanza che appartiene profondamente agli italiani, anche grazie alla televisione: in molti ricorderanno Mike Bongiorno esclamare “77, le gambe delle donne” o “8, gli occhiali del Papa” durante il programma "Bis", ispirato proprio alla tombola.

Da Nord a Sud, durante i giorni che precedono e seguono il Natale, vi sono diverse inoltre tombole legate alla valorizzazione delle specificità culturali del territorio. Basti pensare alla “tombola degli animali” che si tiene al Museo di storia naturale di Genova o alla “tombola archeologica” del MartTa di Taranto. Di seguito, le tipologie di tombola più diffuse sullo Stivale.

Tombola napoletana

Tombola

La nascita della tombola napoletana si deve ascrivere a una questione politico-religiosa dell’anno 1734. Fin dai tempi più antichi, nella città partenopea si era sviluppata una grande passione per lotto, tuttavia osteggiato sia dalla Chiesa cattolica - perché gioco d'azzardo - che dal Regno di Napoli, poiché clandestino.

Sorsero perciò due fazioni: da un lato chi desiderava bandire del tutto il lotto, come sosteneva il frate Gregorio Maria Rocco, dall’altro chi voleva ufficializzarlo per sottrarlo alla clandestinità, come desiderava invece il re Carlo III di Borbone. I due trovarono una quadra: il lotto sarebbe stato sospeso in occasione del Natale, in modo da non distrarre i fedeli dalla preghiera.

Eppure il lotto si trasformò nelle case dei napoletani, diventando la tombola che tutti conoscono. Come? Vennero create le cartelle e le tessere che, essendo cilindriche, ricordavano visivamente il tombolo per il ricamo. Le tessere venivano racchiuse in un piccolo cesto di vimini, chiamato panariello, che ancora oggi si usa un po’ dappertutto in Campania. Con un po' di spirito d’iniziativa, i napoletani salvarono così capra e cavoli.

Tombola toscana

Tombola

In Toscana i numeri della smorfia sono un po’ diversi rispetto a quella napoletana. Ad esempio, a Napoli il 2 è “‘a piccirella” (la bambina), mentre in Toscana è “l’amore moderno”. Il 14 a Napoli è “‘o mbriaco” (l’ubriaco) e in Toscana “ammazzonno” (l’uomo morto), così come il 48 nel capoluogo campano è “‘o muorto che pparla” e in Toscana “innarzonno” (l’alzabandiera dopo i moti del 1848). Altri sono invece in comune: come 33 - gli anni di Cristo - e 90, ovvero la paura.

C’è anche qualche piccola regola eterodossa: quando si estrae il numero 10 (che nella smorfia toscana è il prete), i concorrenti che riempiono le caselle con i 5 numeri estratti successivamente erano destinati ad alcune pene infernali. In fondo, la Toscana è anche il luogo natale di Dante.

Tombola lombarda

Tombola

All’inizio del XX secolo, nella zona di Como si giocava alla tombola geografica. Era fondamentalmente una normale tombola, ma sul tabellone e sulle cartelle era ritratta l’Italia: al posto dei numeri venivano estratte le città del Belpaese, gran parte delle quali collocate al Nord Italia e in Sicilia. Un esemplare di questo gioco da tavolo per famiglie è conservato nel Museo della Valle di Carvagna.

Tombola piemontese

Tombola

Anche in Piemonte la smorfia è differente da quella napoletana, molto probabilmene a causa delle diversità storiche e culturali dei due territori. Qualche esempio: l’1 a Napoli è l’Italia, in Piemonte è “ël pì cit” (il più piccolo), il 16 a Napoli è “‘o cul…” ovvero (il fondoschiena), in Piemonte è “ël cul dle cusinere” (il fondoschiena delle cuoche).

Ancora, il 42 a Napoli è “‘o ccafè” (il caffè), in Piemonte “ij poj” (i pidocchi). E se il 90 è universalmente riconosciuto in gran parte d'Italia come il numero della paura, in questa regione è invece “ël cap dla coa” (il capo della coda).

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