Non è un hotel, non è una casa in affitto, non è un appartamento in condivisione. Ma è più semplice e più conveniente di tutte queste cose, oltre a essere divertente e diffuso in tutto il mondo. È un sistema per viaggiare alloggiando nelle case degli altri. Grazie a «Airbnb. com», un sito che permette ai proprietari di case di affittare una camera,o l’intera abitazione se sono in vacanza, a chi passa da quelle parti. Anche solo per una notte.
E a prezzi che spesso sono inferiori a quelli di molti hotel. Il business nasce a San Francisco, dove Brian Chesky e Joe Gebbia si sono ritrovati una sera a gonfiare alcuni materassi ad aria per ospitare i partecipanti a una conferenza di design. Oggi il sito che hanno fondato ha più di 100 mila annunci e, secondo la società, aiuta ogni giorno 10 mila persone a trovare una sistemazione alternativa ma non di ripiego. Scorrere le offerte con le foto è un viaggio della mente: una villa di lusso a Cape Town, un loft a Manhattan, una casa sugli alberi in Canada, una casa di paglia sulla spiaggia di Bali. Il castello in Umbria costa 1.400 euro a notte, certo, ma la camera matrimoniale a Soho può costare appena 90 dollari, il divano letto in soggiorno a Montmartre solo 60 euro.
Si condivide l’appartamento con chi ci abita, è possibile però utilizzare la cucina e il giardino, se c’è. L’iscrizione a «Airbnb.com» è gratuita, i gestori del sito incassano una percentuale ( il 3% dai proprietari, il 10% dagli ospiti), se la prenotazione va a buon fine. Il servizio è diffuso in 188 paesi, tra cui l’ Italia, l’azienda californiana vale ormai 1 miliardo di dollari. Sia gli ospiti sia i proprietari pubblicano recensioni e commenti, che i successivi clienti possono consultare per evitare cattive sorprese. Chi mette l’annuncio deve aspettare il giorno dopo l’arrivo dell’ospite per ricevere il pagamento. In questo modo il turista è tutelato contro eventuali truffe. Gli affari vanno a gonfie vele per «Airbnb», con buona pace dei proprietari di alberghi, che invece sono sottoposti a regole rigide e a tasse specifiche. Per non parlare dei vicini, che potrebbero non gradire il via vai di sconosciuti. In alcuni condomini di New York, ad esempio, questo tipo di subaffitti a breve termine non è permesso.
E da noi? Confedilizia ha pubblicato un «Decalogo per una villeggiatura senza liti », con le regole per tutti i tipi di contratto, anche per un solo weekend. È quindi sempre previsto un contratto, appunto. «Noi purtroppo non siamo il Paese della libertà come gli Stati Uniti, siamo il Paese del vincolismo- dichiara il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani - .
Le locazioni a uso abitativo sono ancora ingessate da una normativa che risale al 1998.
L’unico spiraglio per locazioni di durata liberamente concordata fra proprietario e inquilino esiste nel caso in cui l’immobile si trovi in un palazzo storicoartistico vincolato. Oppure nel caso di una locazione con finalità turistiche, intendendo il turismo nell’accezione tecnicamente corretta, come un viaggio, un soggiorno per svago, per cura, per istruzione, per motivi religiosi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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