In viaggio "circolare" con Geminello Alvi

L'economista e scrittore accompagna il lettore verso "L'Italia e l'anima dell'Oriente"

In viaggio "circolare" con Geminello Alvi
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Geminello Alvi, che è stato tra le molte altre cose editorialista di questo Giornale, è sempre stato dotato di penna guizzante e competenze eclettiche. Doti che l'hanno portato a declinare l'economia e la storia nelle più varie forme, a tratteggiare il mondo a partire dal dettaglio.

Tutte cose che si ritrovano anche in L'Italia e l'anima dell'Oriente che arriva oggi in libreria per i tipi de La nave di Teseo (pagg. 246, euro 18), corsa nello spazio e nel tempo di difficile categorizzazioni. Come Alvi il libro, di cui in questa pagina per gentile concessione dell'editore presentiamo un estratto, è allergico agli schemi. Verrebbe facile banalizzare identificandolo come una sorta di mémoire di viaggio in cui Alvi appunta idee folgoranti ed estemporanee, ragionamenti dove l'economia è la costolatura e la storia il fasciame, in cui spuntano incontri e suggestioni. Ma il filo che lega le cose è tutt'altro che sincronico. Alvi lo spiega così: "Questo libro raccoglie i diari di viaggio di tre anni precedenti il 1998 e di tre seguenti. Li ho sovvertiti, ordinandoli nel loro proprio spazio dall'Europa all'Oriente, e non secondo l'ordine di tempo in cui vennero scritti". Privilegia il richiamo geografico creando una sensazione soffusa e molto letteraria. Un libro che va per cime, saltando le valli e tenendo assieme cose diversissime, come cartoline appese ai fili della memoria compone un mosaico luccicante e senza banali pretese di completezza.

Il lettore curioso vi potrebbe incontrare, tra le altre cose: i reduci della battaglione Curtatone - Montanara; Indro Montanelli che mangia tonno e fagioli e cipolle raccontando del mite e depravato Buzzati; i destini del tribuno Cola di Rienzo; la metropolitana di Mosca ed ucraine ignude; italiani d'Istria con storie da raccontare. Come la storia fiumana che presentiamo qui. Un caleidoscopio o una vetrata gotica che conclude il suo racconto sacro, in aggiunta alle altre memorie, con il giubileo di quest'anno.

E come in ogni racconto sacro: "ogni viaggiare è l'atto circolare che ritrova l'enigma di trovarsi sempre al punto di prima". Perché l'esito del vivere e del viaggiare non è una foto sul telefonino, ma un sano meravigliato non senso.

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