Politica

Viaggio nel mare forza sette: dispersi 130 clandestini

Diversi immigrati sarebbero caduti in acqua e annegati

Gaetano Ravanà

da Agrigento

Un nuovo giallo nel Canale di Sicilia, sempre più teatro di morte e disperazione. Da ormai 36 ore non si hanno più notizie di un barcone con a bordo circa 130 immigrati clandestini. L’ultimo segnale sono stati gli Sos lanciati da un paio di telefonini: il mare era in tempesta, forza sette, la carretta sulla quale stavano tentando di approdare in Italia stava imbarcando acqua. Le chiamate sono arrivate ad alcuni parenti che risiedono a Cuneo e a Foggia che a loro volta hanno avvisato le forze dell'ordine.
Malgrado il mare in tempesta, dalla capitaneria di porto di Lampedusa, sono uscite due motovedette che hanno raggiunto la zona, ma del barcone nemmeno l'ombra.
Inizialmente, gli uomini della capitaneria hanno pensato che l’imbarcazione fosse rientrata sulle coste libiche da dove era partita. Ma ben presto, l’ipotesi è stata smentita dai 168 clandestini che, malgrado il mare in tempesta, nella serata di mercoledì scorso erano riusciti a raggiungere, a bordo di un altro natante di oltre quindici metri, l’isola di Linosa.
Loro hanno raccontato ai carabinieri della tragedia che si stava consumando. Gli immigrati, tra cui vi sono anche tre donne, hanno riferito, infatti, di avere affrontato un viaggio di sei giorni, dopo essere salpati da un porto della Libia, insieme con il barcone ora disperso.
I testimoni hanno riferito di avere visto cadere in mare alcuni compagni di viaggio imbarcati sull’altra carretta; qualcuno avrebbe anche parlato di cadaveri gettati in acqua.
L'allarme era scattato mercoledì scorso intorno alle 17,30. Nelle concitate conversazioni con i parenti che già da tempo risiedono in Italia, gli immigrati avevano fatto riferimento anche ad alcuni morti. Il numero telefonico fornito alle forze dell’ordine, che avrebbe consentito di mettersi in contatto con il barcone e di localizzarlo con esattezza attraverso il satellite, è però risultato irraggiungibile. Un silenzio presagio forse della tragedia.
L’arrivo dei 168 clandestini a Linosa, approdati in località Scalo vecchio, ha poi confermato quanto era emerso dalle disperate richieste di aiuto. Gli immigrati, che dovevano essere trasferiti oggi a Lampedusa, per ora non potranno lasciare la più piccola delle isole Pelagie. Né l’aliscafo né il traghetto di linea della Siremar, infatti, hanno potuto lasciare gli ormeggi da Porto Empedocle a causa delle cattive condizioni del mare.
Nelle operazioni di soccorso, che sono proseguite per tutta la giornata di ieri, coordinate dalla capitaneria di porto di Palermo sono stati impegnati anche una motovedetta della guardia costiera, un aereo Atlantic dell’Aeronautica, un elicottero e la nave Foscari della Marina militare. Il raggio di azione delle ricerche è molto vasto: la segnalazione è stata girata anche alle autorità libiche, tunisine e maltesi. Nel Canale di Sicilia, intanto, le condizioni del mare restano proibitive. Lo scorso anno, proprio in questo periodo, si verificò un fatto analogo.

Per due giorni, una imbarcazione con oltre cento immigrati a bordo, venne investita da una tempesta, ma nonostante le onde gigantesche l’imbarcazione rimase a galla e dopo due giorni venne individuata dalle forze dell'ordine italiane.

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