Viaggio nella crisi del centrodestra/3 Parlamentari solo per autoperpetuarsi

(...) Mica finita: i capataz di ogni partito avevano spiegato come, con le liste bloccate, ci saremmo trovati di fronte a un Parlamento ottimo e abbondante, fatto di soldatini obbedienti che avrebbero approvato un numero di riforme mai visto nella storia d’Italia.
Risultato: le riforme non si sono viste, i soldatini obbedienti nemmeno. Anzi, sono stati battuti tutti i record di passaggi di gruppo e di trasformismo parlamentare, senza che molti nominati (non eletti) dimostrassero il minimo di riconoscenza necessaria.
La cosa surreale è che, a un certo punto, nel governo, hanno avuto la bella trovata di premiare i voltagabbana. Il che è diabolico: si può ovviamente sbagliare il giudizio su una persona e poi venire traditi da quella persona. Ma l’idea che, dopo il tradimento, si possa pensare di premiare nuovamente quella persona, esce direttamente dalle categorie della politica per entrare in quelle del masochismo, del tafazzismo (da Tafazzi, quel personaggio di Aldo, Giovanni e Giacomo che passava le giornate a darsi bottigliate sui cosiddetti) e della psicanalisi.
In queste migrazioni parlamentari, i più grandi maestri sono due vecchie conoscenze liguri: i Liberaldemocratici Italo Tanoni e Daniela Melchiorre, detentrice della scollatura più apprezzata del Parlamento. Lui è stato eletto nella scorsa legislatura nel centrosinistra in Liguria in quota Lamberto Dini spiegando, pressappoco, che riteneva giusto essere candidato qui perché gli piace il pesto. Lei ce la ricordiamo quando, in qualità di sottosegretaria alla Giustizia del governo Prodi bis (a un certo punto, Clemente Mastella le tolse pure le deleghe), venne incaricata di seguire il caso della bimba bielorussa Vika e dei suoi genitori di Arenzano.
Insomma, pensate che i Bonny e Clyde delle trasmigrazioni parlamentari nella scorsa legislatura arrivarono alla Camera con il centrosinistra, ma la conclusero tradendo Prodi e passando con il centrodestra. Il movimento fu premiato con una ricandidatura, stavolta nelle liste (bloccate) del Pdl. Ma i due presto si stancarono, passarono al gruppo misto, si avvicinarono al centrosinistra, votarono la sfiducia a Berlusconi del 14 dicembre, fondarono il Terzo Polo con Fini, Casini e Rutelli, poi parlarono con il Cav e vennero incredibilmente premiati con un nuovo sottosegretariato per Daniela. Dopodichè lei si accorse all’improvviso che il Cav ce l’aveva ingiustamente con i magistrati, si dichiarò incompatibile con un tale governo e sbattè la porta.
Ecco, quando ho visto che Melchiorre e Tanoni se ne andavano, ho capito che il centrodestra era davvero in cattive acque. I due, infatti, funzionano meglio di una bacchettina di legno per il rabdomante in cerca d’acqua. Ma il problema non sono loro: il problema è chi li ha nominati in Parlamento e chi, addirittura, li aveva chiamati al governo, forse incantato dalle grazie della bella Daniela, sogno confessato dei camionisti italiani. Vecchia regola: quando uno tradisce una volta, può tradire sempre.
Oltre ai «liguri» Melchiorre e Tanoni, però, ci sono altri eletti (pardon, nominati) in Liguria che sono passati dal simbolo «Berlusconi presidente» al voto contro il governo Berlusconi. E il bello è che, insieme al loro voto, cambiano in continuazione i nomi del gruppo di appartenenza. I finiani, ad esempio, sono passati da «Futuro e libertà. Per l’Italia» con quel punto dalla pausa molto lucabarbareschiana a «Futuro e libertà per l’Italia» all’attuale, più minimalista, «Futuro e libertà per il terzo polo». L’Udc, invece, che schiera la nostra ex pidiellina Gabriella Mondello, è da poco «Unione di centro per il terzo polo».
Ma il capolavoro, come sempre, lo fa Enrico Musso. Il suo gruppo prima aveva fra le molte componenti politiche «Io Sud», poi ha cambiato la geografia politica salutando «Io Sud» e accogliendo «Verso Nord».

E ora, grazie all’apporto del senatore genovese, che è vicesegretario nazionale del Pli a-berlusconiano, il gruppo da dieci giorni è diventato: «Unione di Centro, SVP e Autonomie (Union Valdôtaine, MAIE, Verso Nord, Movimento Repubblicani Europei, Partito Liberale Italiano)».
Per la cronaca, sono più parole che aderenti al gruppo.
(3-continua)

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