In viaggio fra tesori d’arte e gioielli

Dall’altare di Volvino ai bracciali creati per d’Annunzio

In viaggio fra tesori d’arte e gioielli

Pamela Dell’Orto

Dall’altare di Volvino - più di quattromila gemme incastonate nell’oro e nell’argento - a uno dei favolosi bracciali realizzati da Buccellati per Gabriele d’Annunzio.
I suoi tesori più preziosi Milano li nasconde dietro le facciate di chiese e musei, basiliche e pinacoteche. Ma anche dietro le vetrine di boutique che hanno fatto la storia della gioielleria italiana. E dato che (da domani al 20 febbraio) apre al pubblico la prima fiera del gioiello, More, quale migliore occasione per far scoprire o riscoprire a milanesi e non gli oggetti più preziosi di una città che (a insaputa di molti) ha un’antichissima tradizione orafa? Dall’istituzione di una scuola per orefici, nel Trecento, all’apertura delle botteghe di orafi che nel Rinascimento sorgevano come funghi tra piazza del Duomo e il Castello Sforzesco. Luoghi di formazione per artisti di ogni estrazione, basti pensare al Bramantino che per sei anni lavorò come apprendista orafo.
È così che Dtc (Centro d’informazione diamanti) e il museo Poldi Pezzoli hanno pensato un percorso per guidare il pubblico «Alla scoperta dei tesori di Milano». Un circuito che comprende sette luoghi istituzinali e diverse gioiellerie (la mappa alla Galleria dell’Ottagono, galleria Vittorio Emanuele, o all’indirizzo www.more.fmi.it). Per poi snodarsi nelle vie di Brera, alla scoperta dei tesori dell’antiquariato. E arrivare nelle vie del Quadrilatero della moda, davanti alle vetrine delle gioiellerie più importanti. Da Buccellati, che mette in mostra il bracciale in oro, argento e diamanti realizzato per il poeta-Vate; a Villa, che ospita il collier «Spray» in platino e diamanti, a Scavia, a Cusi, fino a Pennisi.
Prima tappa il Museo Diocesano, per vedere la Cappella argentea di epoca romana costruita per accogliere le reliquie degli Apostoli. Tappa d’obbligo alla Basilica di Sant’Ambrogio per ammirare lo splendido Altare di Volvino. Capolavoro in oro e argento commissionato nell’840 dal vescovo Angilberto II, decorato con 4.379 gemme.
In Duomo, vicino alla Sacrestia, si potranno vedere due bellissimi esempi di arte liturgica: la Pace di Ariberto e la Pace di Pio IV. La prima, una cassetta per evangelario (decorata intorno al 1034) di smalti e pietre preziose. La seconda, un piccolo altare datato 1565.
Al Castello Sforzesco, l’Ostensorio di Voghera rappresenta una sorta di riproduzione preziosa del simbolo di Milano, il Duomo.
Alla Pinacoteca di Brera si trovano alcuni esempi di ritratti eseguiti per gli Sforza, testimonianza dell’eccellenza dell’oreficeria lombarda: il ritratto di Bianca Maria Visconti Sforza e la Madonna con Bambino. Una tavola con la Madonna e il Bambino (attribuita a Giovanni Ambrogio Bevilacqua), impreziosita da ricami a fili d’oro e gemme di vetro, si può ammirare anche al Museo Bagatti Valsecchi.

Mentre al Poldi Pezzoli si trovano una parure di diamanti del ’600 e una lampada a soggetto mitologico attribuita ai fratelli Saracchi. Le Civiche Raccolte Archeologiche, infine, ospitano la celebre Pantera di Parabiago.

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