La «preferenziale» per i bus in corso d’opera in viale Abruzzi non è proprio una dolce sorpresina per i residenti della strada, a cui sono stati bruscamente troncati ottocento posti d’auto proprio al rientro dalle vacanze. «Se Pisapia voleva dare un segno tangibile della sua presenza, beh c’è riuscito!» afferma Rita che passeggia con il suo pastore tedesco, una femmina di dieci anni.
«I miei figli abitano fuori Milano, da quando avere una casa qui è proibitivo - continua -. Sono abituati a venirmi a trovare nella pausa pranzo. Prima erano tranquilli, ora stanno alla finestra perché, parcheggiando nelle righe blu, devono fare attenzione alla scadenza dell’ora consentita dal gratta e sosta. Posso anche capire che un ragazzo paghi per vedere un film al Plinius, ma deve pagare anche per incontrare sua madre, che tra l’altro abita in questa via da una vita? Non mi sembra giusto».
Il «reticolato» in plastica arancione chiude il pezzo di viale al centro dei due filari d’alberi, già ingialliti dallo smog. Parte all’altezza di via Paracelso e finisce dove inizia via dei Mille. Due giovani stanno «compilando» con le unghie il noto cartoncino con il giorno, il mese e l’ora della sosta. Sono di Bergamo. La fanciulla ha un appartamento in viale Abruzzi, perché studia all’università. «Se l’amore richiede anche questo sacrificio, facciamolo, ma preferivo quando era più semplice trovare posto per l’automobile» sbotta Francesco Marchetti, 30 anni. «Tanto avevo già deciso di andarmene da questa zona. Ora ho un motivo in più per farlo. Due mesi ancora. E via» risponde Michela Pesente, 25 anni.
«Sì, ma saranno due mesi d’inferno per me - ribatte Francesco -. Se il Comune mi costringe a prendere anche i mezzi pubblici - scherza - lascio Michela, così l’amministrazione è responsabile della rottura di un amore». Sorride.
Abbozza un sorriso diverso Mario Rossi sempre con cartoncino in mano. «E’ la prima volta che lo compilo. Sono rientrato da un giorno e ho trovato questa scomoda novità. Molto sgradita, ovviamente. Spero che il gioco valga la candela, ovvero che a lavori avvenuti ci sia un beneficio per il funzionamento della città».
Anche il giovane giornalaio si augura che a lungo termine la preferenziale sia una cosa buona. «Nel presente è un disastro - sottolinea -. Sono in questa edicola da cinque anni e tutto è sempre filato liscio. Adesso parcheggiare è un macello. E’ vero che per fare questo mestiere si deve essere sempre pronti ad affrontare dei sacrifici, alzarsi il mattino alle quattro non è semplice, ma aggiungerne uno in più è arduo. Il problema non è tanto pagare per l’automobile: reperire un posto dove lasciarla è la vera agonia».
La coppia bulgara nella lavanderia pubblica ha lo stesso problema. «Se ci lamentiamo dicono che siamo stranieri e che dobbiamo tacere. Ma credo che in questo disagio di carenza di posti siamo in buona compagnia con i milanesi» sostiene il giovane con i tatuaggi, mentre guarda le camicie nell’oblo della lavatrice. E al cinema Plinius? Sarà sollazzevole come al solito guardare un film o si dovrà farlo con cronometro in mano? «Abbiamo già registrato la preoccupazione dei clienti abituali - racconta la cassiera Federica - non tanto per adesso, «stagione bassa» per il grande schermo. Ma nel periodo che verrà dopo ottobre, quando la gente comincerà a essere numerosa, sarà un problema».
Prospettiva più rosea per il cameriere Giuseppe del bar Basso. «Sono andato a visionare i progetti nella sede della terza zona. In tutti gli altri luoghi della città dove si è applicato lo stesso tipo di cambiamento, poi si sono verificate migliori condizioni per la viabilità. Qui davanti al bar, quando piove, i clienti escono camminando in una spanna d’acqua. Spero che a lavori compiuti non ci sia più». Nel presente qual è il dato migliorativo? «Non c’è. Si sono perse notevoli possibilità di parcheggio.
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