Vicenza, intesa bipartisan contro i presidi del Sud: "Truccate le graduatorie"

Mozione in Provincia. I dirigenti: "Regole rispettate". La Lega: "Battaglia di anni". il Pd contrario

Vicenza, intesa bipartisan 
contro i presidi del Sud: 
"Truccate le graduatorie"

Vicenza - Presidi in esubero al Sud? Non vengano a Vicenza. Questo, in sintesi, il contenuto della mozione votata martedì del consiglio provinciale della città veneta: voti favorevoli 26 su 27. Perché i 647 posti autorizzati dal ministero dell’Economia per l’anno scolastico 2009-2010 potrebbero essere ricoperti tutti dagli idonei dei precedenti concorsi di reclutamento finora non nominati. Tutti aspiranti presidi meridionali. In lista, infatti, ben 660 persone, provenienti solo da Calabria, Campania, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia.

Assessore Martini: si rispetti la legge L’assessore alla scuola Morena Martini, promotore della proposta vicentina, ci tiene a precisare: “Non siamo contrari ai presidi del Sud, anzi, siamo pronti ad accoglierli a braccia aperte, con la loro professionalità. Né ce l’abbiamo con chi ha partecipato al concorso, perché l’ha fatto in piena legittimità”. Il problema è semmai un altro e affonda le sue radici in un concorso per dirigente scolastico bandito nel 2004: numero di posti assegnato a ciascuna regione, e  un 10% in aggiunta di idonei da lasciare in lista d’attesa. Ma qualcuno al Sud ci avrebbe provato, mettendo in stand by più concorrenti: aspiranti con i requisiti che ora sarebbero tutti da sistemare. ”Noi puntiamo il dito – prosegue l’assessore Martini – contro chi dovrebbe sorvegliare. Molte regioni d’Italia non hanno osservato scrupolosamente le regole come noi che, raggiunto il 10% consentito per gli esuberi, abbiamo dichiarato non idonee persone magari capaci e meritevoli. Altre regioni hanno invece creato lunghe liste: ora a suon di carte da bollo si dà a tutti la possibilità di avere un posto”.

Sindacati e carte da bollo E i sindacati si ritrovano con la legge dalla loro parte: la Flc-Cgil ritiene che la mozione sia infatti infondata, perché la scelta di aprire alle liste di attesa di altre Regioni è stata fatta a livello nazionale attraverso le leggi 296/2006 e 31/2008: sanatorie che hanno accolto i ricorsi dei candidati che non avevano passato il concorso per diventare preside. Quindi, quale è la soluzione proposta dal veneto per i 70 posti liberi per l’anno scolastico 2009/2010, lì dove le graduatorie regionali, dalle quali attingere, risultano di fatto esaurite? “Occorre indire un nuovo concorso - conclude l’assessore Martini- con norme e regole che siano le stesse per tutte le regioni d’Italia”.

I presidi: nessuna voglia di spostarci  Ma cosa ne pensano gli interessati? "Voglia di andare dal Sud al Nord in cambio di un posto fisso da dirigente scolastico? Non proprio". Il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Giorgio Rembado, lo ribadisce con forza: "Gli idonei non hanno bramosia di trasferirsi, anzi spesso resistono a questa idea". Perché lasciare casa e famiglia a cinquant'anni suonati, non è poi cosa tanto piacevole.

La colpa è dei posti vacanti del Nord Ma alla fine si parte. "I partecipanti sono risultati idonei, in seguito a un concorso superato. E le regole di reclutamento erano già nel bando". In merito poi al presunto sforamento del tetto del 10% aggiunge: " Le commisioni di concorso si sono date ciascuna dei criteri di valutazione, sempre nell'ambito della normativa nazionale. Tutti i controlli sono stati fatti prima della pubblicazione delle graduatoria". Il problema è semmai sempre lo stesso, e si chiama emigrazione: "Al Sud non ci sono posti, al Nord invece ci sono vacanze, tutto qui. Da ciò è scattata l'interregionalità, che costringe chi ha i requisiti e sta al Sud a lasciare casa, e a spostarsi altrove". 

Si apre il dibattito politico  E sulla vicenda gli interventi non tardano ad arrivare, da lle note degli esponenti locali a quelle dei rappresentanti nazionali. Il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, chiarisce la sua posizione contraria con un esempio: "Noi abbiamo una dirigente scolastica che di sicuro non è di Asiago, ed è bravissima: l’origine non è un criterio, io ho un’altra idea della civiltà". A favore Attilio Schneck, presidente della Provincia di Vicenza: si andrà avanti col ricorso, precisa, perché si tratta di una "furbizia all’italiana: la Regione che rispetta la normativa e che si comporta in maniera virtuosa deve subire le conseguenze di una decisione statale che favorisce le Regioni che invece non si sono comportate correttamente".

Finocchiaro contro, Lega pro A livello nazionale è critica la presidente del gruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, che prende le distanze dal voto dei consiglieri provinciali vicentini del suo partito. "Mi pare ovvio -spiega- che a nessuno dei nostri consiglieri possa sfuggire l’impatto simbolico che questa posizione politica produce e l’effetto che essa assume in un paese sempre più diviso e sempre più percorso da derive antimeridionalistiche". La Lega Nord, invece, approva incondizionatamente:  "Da anni - ricorda in una nota il senatore Alberto Filippi - la Lega ne ha fatto una battaglia. Presidi, docenti e direttori didattici
della propria regione".

E il senatore leghista Paolo Franco aggiunge: "Si auspica il rispetto delle regole e l’applicazione del federalismo procedendo attraverso l’indizione di concorsi regionali senza applicare il criterio dell’interregionalità e senza mettere in atto il sistema di sanatorie a posteriori".

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