«Io di offerte ad An ne ho fatte più d’una nel corso degli anni. Via telefono e per iscritto. Sono arrivato a proporre gran belle cifre, più di un milione di euro per quell’appartamento lì ma il partito non mi ha mai risposto. Poi, quando ho visto che nell’immobile avevano cominciato a fare i lavori, me ne sono fatto una ragione». Chi parla è un cittadino residente da anni nel Principato di Monaco (...) ed è una delle persone che dal 2000 al 2006 s’è fatta avanti per comprare, o in subordine prendere in affitto, la casa della contessa Colleoni.
A quando risale il suo primo contatto con An?
«(...) Credo fosse il 2000, massimo i primi mesi del 2001 (...) Fra le persone di An che, a più riprese, almeno due o tre volte, si fecero vedere a palazzo Milton c’era sicuramente questo onorevole Lamorte e con lui c’era una signora e altri del partito arrivati dalla Liguria».
Che cosa le disse Lamorte?
«Che l’appartamento era stato donato al partito da una simpatizzante scomparsa pochi mesi prima, che l’avrebbero fatto gestire dall’amministratore del palazzo, che sarebbero seguiti dei lavori di ristrutturazione. Cose di prammatica. Ricordo che subito buttai lì una proposta del tipo... "se decidete di vendere fatecelo sapere perché quei 75 metri quadrati (65 metri coperti più terrazzo) in Boulevard Princesse Charlotte a noi interessano molto"».
Si può sapere di quanto fu la prima offerta?
«Parliamo,all’incirca,di diecimila euro a metro quadrato, un prezzo leggermente più interessante di quelle che erano le stime di mercato di allora... Ciclicamente facevamo sapere, con telefonate e note scritte al partito, che eravamo anche disposti a salire...».
E le risposte furono sempre negative.
«Sempre... Da Roma ci dicevano che ci avrebbero pensato, che si dovevano riunire, che non sapevano ancora cosa ne sarebbe stato del bene ereditato. Scuse su scuse. Prendevano tempo, rimandavano in continuazione. Addirittura alla fine, e parliamo dei primi mesi del 2008, ci affidammo a un amico, che conosceva un pezzo grosso di An, il quale fece arrivare il messaggio che... noi avremmo potuto mettere sul piatto anche un milione e mezzo».
L’ultimo contatto «serio» col partito, a Roma, di quand’è?
«Siamo a fine 2005, inizio 2006...».
Quanto vale, in questo momento, l’appartamento occupato da Giancarlo Tulliani?
«Secondo me fra i 20 e i 30mila euro al metro quadrato. Se è ristrutturato, ovviamente, trentamila li vale tutti»...
E lei quando ha visto scritto Tulliani sul citofono cos’ha pensato?
«Io personalmente niente perché non seguo tantissimo la politica italiana. Me lo hanno fatto notare altri che il cognome sul citofono corrispondeva a quello della moglie, della compagna, non so... del presidente Fini. A dirla tutta io Gianfranco Fini l’ho visto di persona nel palazzo, era in compagnia di una bella ragazza bionda, vestita molto bene, li ho incrociati nell’androne».
Che periodo era?
«Allora, era qualche mese fa, intorno a Natale, stavano ancora facendo i lavori nell’appartamento della contessa che anche io avevo visionato in precedenza quando vennero per la prima volta quelli di An, e dallo schifo che trovammo
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