Oggi ci sarebbe solo da festeggiare. Perchè larrivo dei fondi per lalluvione è un ottimo segnale per la Liguria, il primo da tanto tempo (dalle dimissioni di Claudio Scajola, verrebbe da dire) che testimonia sul ruolo politico della nostra regione a livello nazionale. Tutti si prendono i meriti: certamente il lavoro bipartisan di destra e sinistra è servito; altrettanto certamente ha pesato la presenza di due sottosegretari leghisti nel governo; certamente è stato importantissimo il lavoro da mastini dei senatori Giorgio Bornacin e Franco Orsi, aiutati in questo dal loro presidente Maurizio Gasparri, ottimo nel ruolo di capogruppo a Palazzo Madama (magari un po troppo soft nei confronti di Enrico Musso...), che proprio ieri è venuto a festeggiare a Genova; ma ha pesato davvero in modo decisivo anche la presenza fissa di Michele Scandroglio, coordinatore regionale del Pdl, a controllare il tavolo delle trattative prima che qualcuno facesse sparire gli emendamenti pro-Liguria, come succede spesso nei milleproroghe. Molto si può dire di Michele, alcuni suoi modi di fare possono essere criticati o criticabili, ma certo per essere un deputato di prima legislatura, ha imparato bene e presto a fare lobby per la Liguria, quando serve e quando conta. Nelloccasione, chapeau.
Insomma, avrei voluto parlare solo di questo. Avrei voluto festeggiare con Scandroglio (ma anche con Burlando o con il diavolo in persona), i fondi per gli alluvionati, avrei voluto festeggiare i 150 anni di Italia unita insieme a Maurizio Gasparri. E invece sono qui, una volta di più, a piangere le ultime lacrime che mi sono rimaste per lincredibile vicenda del centrodestra e dei quartieri, quasi una maledizione che pesa su Pdl e Lega a Genova. E che pesa moltissimo. Perchè, dalla periferia, dai Municipi, potrebbe davvero passare la conquista di Tursi nel 2012, con una strategia che prevedesse candidature autonome di Pdl e Lega al primo turno e che approfittasse delle divisioni al centro e a sinistra, dove si candideranno Marta Vincenzi o chi per lei, Enrico Musso, un esponente grillino e forse anche uno della sinistra radicale. Aprendo la strada a un ballottaggio tutto da giocare. Una specie di Superenalotto.
Il problema è che per provare a vincere e a puntare al 6 (il sindaco) o quantomeno al 5+1 (il ballottaggio), per una coalizione che si è esaltata per un 3 (il risultato del 2007, con una più che onorevole sconfitta al primo turno, quando però lItalia votò massicciamente contro il governo Prodi), occorrerebbe anche giocare la schedina. E, invece, sembra che la schedina non si giochi mai.
Si è cominciato nel Municipio Centro-Ovest, quello di Sampierdarena e San Teodoro, dove - grazie al lavoro dellallora pidiellino e ora leghista Fabio Costa, al corteggiamento di uomini della sinistra e alla battaglia su Villa Scassi - il centrodestra era riuscito a provocare (...)
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