Milano - Piccolo appunto a Michele Santoro: ieri sera nella sua trasmissione c'era un errore. Due lettere erano sbagliate. Non doveva chiamare il programma «Annozero», ma «alzo zero», come i tiri ad altezza d'uomo, anzi di Papa. Alzo zero, fuoco sulla Chiesa cattolica accusata di ogni nefandezza; colpi non dimostrativi ma per fare male. Monsignor Rino Fisichella, rettore dell'Università Lateranense, chiamato come difensore dell'operato del Vaticano e delle Curie locali dove sono accaduti gli episodi di pedofilia, si è battuto con grinta. E alla fine è parso lui il vincitore, il Davide in tonaca contro il Golia mediatico, che ha rintuzzato punto su punto le contestazioni dell'agguerrita formazione di accusatori. E il grande «battage» che ha preceduto e pubblicizzato la trasmissione si è rivelato per Michele Santoro un clamoroso boomerang.
«Mi auguro che questa sera non l'abbiano fatta grossa». L'aveva detto il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni nel tardo pomeriggio, quando la puntata di «Anno zero» non era ancora andata in onda; il contestato dossier della tv inglese Bbc sulla pedofilia tra i preti non era ancora stato trasmesso dagli schermi della tv di Stato; ma il ministro della Margherita, già dalla parte del Family Day, aveva annusato che le cose non sarebbero finite bene. Michele Santoro ha giocato la serata da abile condottiero dell'ascolto: ha cercato di tenere alta l'aspettativa. Ha dato inizio al programma annunciando che l'inchiesta tanto attesa (che però chi ha un minimo di dimestichezza con il computer può tranquillamente scaricare da internet) sarebbe andata in onda più tardi, «quando i bambini saranno andati a letto». «Passerà anche un avviso un paio di volte, perché i genitori possano fare una scelta consapevole», ha avvertito l'ex parlamentare europeo diessino. Chissà quanti hanno resistito.
Così si è cominciato a discutere sul nulla, o meglio su quello che gli ospiti in studio hanno visto e i telespettatori non ancora. E si è capito subito che i sospetti della vigilia di una trasmissione poco serena erano destinati a trovare conferma. La trasmissione di Raidue si è rivelata un attacco frontale di cui l'inchiesta della Bbc dal titolo «Sex, crimes and the Vatican» (Sesso, crimini e il Vaticano) è stata sostanzialmente un pretesto.
«Stasera non parlo, ho già lavorato troppo», ha gigioneggiato Michele Santoro aprendo la puntata. E la parola è passata subito al disegnatore satirico Vauro Senesi, il quale ha raccontato di quando andò a pranzo con monsignor Bettazzi, l'ex vescovo di Ivrea conosciuto per essere vicino alla sinistra. «In realtà - ha scherzato il vignettista - dovevo anche andare a dormire con lui, ma io gli ho detto: “Monsignore, forse per lei sono un po' vecchierello”. E lui si è messo a ridere».
La parola è passata al giornalista Marco Travaglio e alla sua «posta prioritaria», che ieri sera era idealmente indirizzata a Indro Montanelli. Travaglio ha introdotto il tema della trasmissione scagliandosi contro la censura e i politici: «Stasera - ha detto - faremo vedere un reportage che hanno già visto su internet decine di milioni di persone nel mondo, 2-3 milioni in Italia. Mi diresti - ha domandato a Montanelli, come se Indro lo potesse ascoltare - qual è il problema? Hanno sempre invocato una Rai modello Bbc, ora hanno visto cos'è la Bbc e hanno cambiato idea. Anche la Conferenza episcopale ha chiesto semplicemente un confronto equilibrato. La censura la invocano i politici e alcuni papaveri Rai più alti del Papa. Dieci giorni fa un tale Landolfi (l'ex ministro delle Comunicazioni, ndr) già sapeva che avremmo imbastito un processo mediatico contro la Chiesa: è una sorta di Nostradamus». Armamentario anticlericale nel quale è stato spalleggiato da Piergiorgio Odifreddi.
Don Fortunato Di Noto, capofila della lotta contro la pedofilia su internet, e soprattutto monsignor Fisichella hanno ribattuto argomento per argomento. «Il famoso documento del 1962 cui fa riferimento il documentario .
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