Video choc: strage di donne e bimbi in Siria

Il regime sfacciato: attribuisce l’uccisione di 52 persone a "gruppi terroristici". Paesi arabi e Occidente chiedono la condanna di Assad. Ma Russia e Cina si oppongono: temono un’altra Libia

Con uno sfoggio di cinismo straordinario, il regime siriano di Bashar el-Assad ha attribuito a «gruppi terroristici armati» la responsabilità di uno dei più agghiaccianti massacri documentati da immagini negli ultimi anni: quello di 52 persone (quasi tutti donne e bambini) i cui corpi straziati sono stati rinvenuti in una casa di Karm az Zeitun, sobborgo sunnita della città ribelle di Homs.

La bugia è sfacciata. Si tratta invece di un massacro compiuto dalle forze lealiste, penetrate nella città capofila della resistenza ad Assad dopo un lungo assedio e dedicatesi alla ricerca dei sopravvissuti ai bombardamenti durati settimane e al termine dei quali i combattenti dell’esercito siriano di liberazione, composto in buona parte da disertori dell’esercito regolare, hanno abbandonato stremati le loro posizioni.

La barbarie del regime, che aveva promesso in un primo momento di lasciar entrare a Homs la Croce Rossa salvo poi impedirlo, si è scatenata con autentica bestialità. Anche solo descrivere con le parole ciò che i video arrivati da Karm az Zeitun mostrano spezza il cuore. Immagini di corpi mutilati e senza vita di decine di bambini e donne. Molte salme presentano i crani spaccati. Altri hanno ancora gli occhi aperti, oppure un’occhio solo, mentre dall’altra orbita è fuoriuscita materia celebrale. Alcuni corpi presentano segni di bruciature estese, altri hanno tagli alla gola o fori di pallottole in fronte. Un autentico orrore, che documenta a quale livello sia giunta la brutalità di chi ancora pretende di rappresentare legittimamente un popolo.

Questa macelleria ha spinto l’inviato dell’Onu e della Lega Araba Kofi Annan, che nel finesettimana ha incontrato Assad, a chiedere che il mondo invii un massaggio chiaro e unito sulle «inaccettabili» stragi di civili in Siria. Alla voce dell’ex segretario dell’Onu si è unita quella del premier turco Recep Tayyip Erdogan, che chiede lo stop immediato dei massacri. Al Consiglio di Sicurezza dell’Onu il segretario di Stato Usa Hillary Clinton denuncia il «cinismo» di Assad e il ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, chiede che i leader di Damasco siano giudicati da tribunali internazionali. Juppé ha chiesto a Russia e Cina di ascoltare «la coscienza del mondo» e appoggiare una risoluzione Onu di condanna della violenza in Siria.

Ma i due Paesi alleati di ferro di Assad non ne hanno alcuna intenzione: il ministro russo Lavrov dice che gli orrori siriani devono cessare «naturalmente, senza interferenze esterne», mentre l’inviato cinese invita gelidamente a «non immischiarsi negli affari interni della Siria». Libertà di massacro insomma, come in Tibet.

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