Cronaca locale

Un video sulla stazione: sotto i binari c’era un cinema

Un documentario di Alberto Angela: 300 bimbi spettatori

Un «viaggio alla scoperta dei segreti di Milano centrale», dal mondo sotterraneo che si snoda sotto le rotaie al «dietro le quinte» delle arcate di vetro e acciaio che sovrastano la galleria centrale. È questo il tema del documentario realizzato da Alberto Angela per Grandi Stazioni e presentato ieri mattina ad una platea di 300 bambini delle scuole elementari milanesi. Come Denisa, 10 anni, che vuole scoprire «i segreti dei treni» o la sua compagna Francesca che, con l’aria di chi la sa lunga, si dice ansiosa di conoscere «la Milano antica, come era una volta».
E, in effetti, in stazione sono numerosissime le tracce della nostra storia nazionale. Il capitolo più triste è stato scritto sotto il binario 21: partì da qui, infatti, il vagone merci che portò ad Auschwitz 600 ebrei italiani, dopo un estentuante viaggio senza acqua e senza luce durato sette giorni. Sempre i sotterranei videro l’affluenza di centinaia di persone che si misero al riparo nei rifugi antiaerei, mentre su Milano cadevano le bombe. Muovendosi tra i meandri del sottosuolo uno stretto passaggio nel muro ha rivelato anche la presenza di un vecchio cinema, «chiuso come un relitto in fondo al mare», reperto senz’altro meno rilevante ma che riporta ad un passato in cui il biglietto d’ingresso in sala costava seicento lire. Salendo in superficie, invece, la testimonianza più importante resta quella dell’ala sud est della stazione, che ospita ancora la sala delle armi, destinata alla reale attesa del sovrano e della sua famiglia. Qui, dietro lo specchio nel bagno, si nasconde una via di fuga segreta per le emergenze.
Infine la telecamera arriva su, fino alle arcate che, viste dal basso, sembrano di travertino ma sono in realtà in vetro e ferro, con un peso che sfiora le 10 mila tonnellate, e sono rette da un complesso sistema di tiranti su modello della Torre Eiffel di Parigi.
Un viaggio denso di informazioni che, però, non bastano a placare la curiosità dei bambini.

Al termine del filmato sono molte le domande rivolte ad Angela e agli altri presenti alla proiezione: c’è chi vuole sapere quanta energia servirà ad illuminare tutta la nuova stazione («tanta», è la parziale risposta degli ospiti), chi si chiede perché il sovranno avesse un ingresso privilegiato (con crescente disagio dei presenti che azzardano che «è così, perché è nell'ordine delle cose»), chi domanda se poi, al termine di questo bel restauro, i treni arriveranno puntuali.

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