La videomania dei giovani assassini

da Milano

Una strage annunciata con un video. Un copione che si ripete, un film già visto, soltanto pochi mesi fa. Era il 16 aprile, ma in America lo hanno ribattezzato l’11 settembre delle scuole: nel campus universitario della Virginia Tech uno studente di origine sudcoreana uccide a sangue freddo 32 persone, tra compagni e insegnanti, e ne ferisce 28. Una vera e propria esecuzione di massa. I testimoni raccontano che il 23enne Cho Seung-Hui ha allineato le su vittime lungo una parete prima di ucciderle a una a una. Un raptus omicida, pensano e spiegano psicologi e commentatori su stampa e tv. Ma tre giorni dopo emerge una sconvolgente realtà: nella sede del network americano Nbc arriva un plico contenente 27 spezzoni di filmati, 43 fotografie e un lungo testo. È il delirante «testamento» dell’assassino e al tempo stesso la testimonianza inoppugnabile che quel massacro era stato pianificato con lucida follia. Una strage premeditata. Come quella di ieri alla Jokela High School, nella cittadina finlandese di Tuusula. Anche stavolta c’è un video che precede e accompagna il giovane killer, il 18enne Pekka-Eric Auvinen, nella sua folle impresa. Anche stavolta le parole, i gesti, le minacce, il brandire l’arma sono gli stessi.
«Mi avete messo nell’angolo, la decisione è vostra. Ora avrete le mani sporche di sangue. Grazie a voi morirò come Gesù Cristo», urlava Seung-Hui nel suo video mentre annunciava il massacro alla Virginia Tech, prendendosela con il mondo in cui imperano edonismo e arroganza. E ogni sconnesso discorso era accompagnato da pose diverse, con un coltello alla gola, con pistole in entrambe le mani e poi con un martello.
Ma il ragazzo di Tuusula non è da meno. E, quasi volesse superare lo studente-maestro dei videoannunci di stragi scolastiche, Auvinen ha addirittura titolato il suo video «Massacro alla Jokela High School del 7 novembre 2007». Il filmato, con un sottofondo di musica hard rock, mostra il ragazzo che con la pistola in pugno prende di mira la telecamera da posizioni diverse. Le immagini sono state diffuse su You Tube e nel profilo che le accompagnava, il giovane killer finlandese si definisce «un esistenzialista cinico», «un ateo che si crede un dio» e si dice «pronto a morire per la causa» e a eliminare «tutti quelli che considero indegni della razza umana».
Un ragazzo normale, dice la polizia della cittadina finlandese, «non aveva alcun problema a scuola». Anche negli Stati Uniti dicevano le stesse cose. Sembrava che l’autore della strage alla Virginia Tech fosse spinto da una cocente delusione amorosa.

Ma poi hanno scoperto che Cho Sheng-Hui era già stato ricoverato in una clinica psichiatrica e che era considerato pericoloso. Ma ciò non gli aveva impedito di acquistare regolarmente le armi. Come ha fatto il suo emulo finlandese. Un film già visto.

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