Vidoz fa votare i tifosi: «Devo ritirarmi o no?»

«Per fortuna mi hanno invitato a continuare: devo mantenere tre figli appena adottati. Il mio doping? I cotechini. E il pusher è mio papà»

Che fare? Aggrappiamoci a un computer e chiediamolo ai tifosi. Paolo Vidoz è tipo dalla trovata e dalle battute facili. La sua fantasia sconfina dal bere al mangiare, dalle missioni umanitarie al tirar cazzotti. È stato campione d’Europa dei pesi massimi, talvolta un talento buttato, talaltra un guerriero sorprendente. Sul suo sito si fa chiamare «Titanium man» per via di una placca che gli tiene insieme la mandibola, ma adesso le ossa sono ammaccate, il recupero in allenamento sempre più difficile, il footing a piedi sostituito dal footing in bicicletta per via di ginocchia cigolanti e cartilagini di carta velina. Dunque che fare? Si è attaccato al computer e ha scritto: cari tifosi rispondete a un sondaggio. A questo punto della carriera, cosa devo fare? a) Lottare per il titolo mondiale. b) Lottare per un titolo intercontinentale. c) Lottare per il titolo europeo. d) Lottare per un titolo minore internazionale. e) Appendere i guanti al chiodo ed aprire un’osteria/agriturismo. Ora la scelta a voi, un commento vale un voto.
E i commenti sono arrivati. Per sua fortuna, pochi quelli che lo hanno inchiodato ai 37 anni, alle occasioni buttate sul ring e a quella vena goduriosa-mangereccia che non lo lascia mai. Di più coloro lo hanno incitato a continuare. «L’età è solo un numero, un dettaglio». «Vuoi una risposta? Chiediti se quello che fai ti diverte e ti gratifica come ad inizio carriera». «Credici e il mondo sarà ai tuoi piedi. Però preparati meglio, scusa la sincerità». E così sviolinando. Vidoz ha tirato un sospiro di sollievo. Ma da furbacchione quale è, si era già creato una via d’uscita. L’idea dell’osteria-agriturismo lo accompagna ormai da anni, tanto da aver recentemente frequentato un corso per «imprenditore agricolo». Il problema è un altro, anzi due. Il primo: trovare match adeguati, anche finanziariamente. Nel 2007 sono stati tre. Spiega: «In giro c’è poco e bisogna essere ben agganciati agli organizzatori americani o tedeschi». Il secondo riguarda i tre bambini appena adottati in Armenia, tre mesi fa «D’accordo sull’agriturismo, ma qui mi serve un’attività parallela per farli crescere», racconta. «Seguirli è una vera fatica fisica. Non vi dico quando devono fare i compiti. Salire sul ring diventa una passeggiata».
E così sarà ancora per qualche tempo. Alla faccia dei sondaggi. Vidoz se la suona e se la canta. «In fondo, a 37 anni, non sono vecchio, solo maturo.

E finché vedo arrivare i pugni posso andare avanti». I bimbi sono l’additivo. Il resto? «La mia droga sono i cotechini. Mio papà è il pusher. In queste feste ne ho mangiati almeno 15-20, insieme alla famiglia naturalmente». Naturalmente loro uno, lui gli altri.

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