Lo spazio-tempo non è soltanto una dimensione astrale se sono sufficienti pochi metri per trovarsi nel secolo passato e dopo alcuni passi addirittura nell'Ottocento. È quel che si percepisce visitando la mostra "Le tracce di ieri" (Palazzo Roncalli a Vigevano, via del Popolo 17) dove antichi attrezzi rurali, reperti bellici e vecchi oggetti del quotidiano riprendono vita e si raccontano.
Ecco gli utensili usati dal contadino della bassa, la sveglia della nonna che faceva sobbalzare al primo trillo, il mastello di legno in cui si lavavano i panni nelle aie o il macina caffè a manovella. Allora tutto doveva durare a lungo, tutto si conservava e si riparava con pazienza e ingegno. Poi, come d'incanto, si è catapultati nel secolo successivo con le radio Balilla, i primi ferri da stiro elettrici e le pigotte con gli occhioni spalancati. Numerose le vecchie foto di famiglia: immagini sfocate, ingiallite dal tempo.
Quest'anno Vigevano vuole dedicare un'ampia sezione alla Grande Guerra (da domani al 4 novembre), nel 90° della sua conclusione. Ora i cimeli hanno la fattezza di decorazioni, vecchie uniformi in ruvido cardato, gavette del bisnonno caporalmaggiore sul Carso, elmetti, bossoli d'obice pazientemente lavorati dai fantaccini in trincea.
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