Vigile sparò e ferì un ladro d’auto A processo per tentato omicidio

Il ghisa colpì a un braccio il marocchino che guidava un’auto rubata e non si era fermato all’alt tentando di investirlo

L’auto che si avvicina a velocità sostenuta. L’«alt» che non viene rispettato. Quindi, due colpi di pistola, uno dei quali ferisce l’uomo al volante. Per questo, il prossimo 4 maggio sarà processato per tentato omicidio davanti ai giudici della settima sezione penale del tribunale di Milano, un vigile urbano milanese di 27 anni che, il 30 aprile 2004, aveva sparato, colpendolo a un braccio, a un marocchino, con precedenti per furto, perché non si era fermato nonostante il «blocco» dell’agente. Il ghisa, secondo quanto riferito dal suo legale, Piero Porciani, era anche stato investito dall’auto condotta dall’immigrato e aveva subito delle lesioni guaribili in una ventina di giorni.
Il pubblico ministero aveva ritenuto di formulare l’ipotesi di reato di tentato omicidio e non di lesioni, dal momento che dagli accertamenti compiuti era risultato che il vigile del reparto Radiomobile (Nucleo tutela trasporto pubblico), aveva sparato due colpi con una calibro 9, di cui uno a distanza ravvicinata, cioè «non oltre 130 centimetri» con un’angolazione ben precisa, cioè dall’alto verso il basso.
Uno dei colpi, secondo gli inquirenti, aveva trapassato la portiera dell’auto per poi colpire l’avambraccio sinistro dell’extracomunitario, ferendolo nella vicinanza di parti vitali. Secondo il difensore, invece, il vigile, dopo essere stato investito, aveva sparato un colpo di avvertimento in aria e un secondo nel tentativo di fermare l’auto a bordo della quale si trovava il ladro che, tra l’altro, era armato. Per Porciani, «c’erano tutti gli elementi per un proscioglimento» del suo assistito, anche per legittima difesa.
Alle 7.45 del 30 aprile di due anni fa, l’agente della polizia municipale, che stava svolgendo con altri colleghi in borghese un servizio proprio finalizzato alla repressione dei furti di auto, si trovava appostato nel posteggio di Cascina Gobba. Il marocchino, 32 anni, sposato con un’italiana, e che era già stato arrestato per furto dagli stessi vigili urbani, quella mattina, a bordo di una Fiat 600 (che dagli accertamenti era risultata rubata) era entrato nel parcheggio per poi uscire dopo aver girato per i vari piani, probabilmente perché si era accorto dei controlli in corso.

Una volta fuori, all’alt intimatogli dal vigile, il marocchino non si era fermato.
Dopo l’investimento di cui ha raccontato di essere stato vittima, l’agente aveva sparato due colpi, di cui uno aveva ferito il marocchino. Ieri il rinvio a giudizio disposto dal Gip di Milano.

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