Vigili sulle barricate: «Pisapia ha sbagliato a cacciare i militari»

Vigili sulle barricate: «Pisapia ha sbagliato a cacciare i militari»

Ce l’hanno con quella «metà della giunta che vorrebbe riportarci indietro nel tempo, agli anni Settanta». I vigili incassano i complimenti dell’assessore comunale alla Sicurezza Marco Granelli, che ieri dopo l’inseguimento e la sparatoria sui Navigli ha ringraziato i due agenti, «sono stati professionali - ha ammesso -, non hanno creato danni per i cittadini e chi ha sparato lo ha fatto nel modo corretto». Ma i sindacati dei ghisa denunciano - come avevano fatto dopo la tragica morte del vigile di quartiere Nicolò Savarino, investito da un suv il 12 gennaio - che «il ruolo della polizia locale è diventato pericoloso. Non vogliamo tornare, come vorrebbe qualcuno della giunta, ad occuparci solo di viabilità o ambiente. Difendiamo i nostri reparti operativi e investigativi, ma ci servono strumenti e addestramento. E vogliamo uno status giuridico adeguato al nuovo ruolo per questo manifesteremo in piazza a Roma». Per il portavoce del Sulpm Daniele Vincini cancellare alcuni reparti «sarebbe una mossa ideologica, la sicurezza è un diritto dei cittadini e noi vogliamo fare la nostra parte, senza che venga riportata indietro la lancetta del tempo per metterci solo agli incroci. Nello stesso tempo «vogliamo garantire anche la nostra sicurezza». E frutto di quell’ideologia di sinistra, lascia intendere, un’altra scelta «che per noi è stata profondamente sbagliata». Rinunciare ai militari che presidiavano il territorio in pattuglie miste con polizia e carabinieri. Il sindaco Giuliano Pisapia tra i primi atti dell’amministrazione ha rifiutato il presidio dei soldati inviati dal governo, mentre i Comuni dell’hinterland si mettevano in fila per accaparrarsi il contingente scartato dalla sinistra perchè «Milano non è Beirut». «I militari dovevano rimanere - sostiene il rappresentante dei vigili -, liberavano risorse utili sul territorio, le forze dell’ordine potevano dedicarsi ad altre attività di controllo». Dopo la morte di Savarino il sindaco aveva incontrato le sigle della polizia locale, «ora chiediamo che apra i tavoli che ha promesso sulla sicurezza del personale». Insiste, «più corsi di addestramento», e «non eliminare i nuclei operativi». A rischio l’Nttp (che opera a tutela dei trasporti pubblici), Problemi del territorio (soprattutto nei campi rom), il nucleo Cinofili, Fotosegnalamento, Polizia scientifica.
Anche l’assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa (Pdl) applaude alla «capacità dei vigili di intervenire con rapidità ed efficacia anche nelle situazioni di pericolo. In barba alla giunta Pisapia che vorrebbe relegarli ai confini di Area C a controllare gli accessi. Da anni sono pronti a svolgere mansioni equiparabili alle forze dell’ordine, il sindaco ne prenda atto e garantisca loro il sostegno che meritano, dotandoli di mezzi e risorse adeguate». Sulla stessa linea quella della Provincia, Stefano Bolognini (Lega): «Il ritiro dei militari, lo snaturamento dei compiti dei vigili, la non volontà di rinnovare alcune ordinanze favoriscono i reati e fanno sentire i cittadini sempre meno sicuri».


Il consigliere Pdl Riccardo De Corato ricorda che dopo il vigile travolto e ucciso e la manager rapinata in bici e ancora ricoverata al Policlinico in coma farmacologico «è il terzo grave fatto di criminalità predatoria in poche settimane. Ma il sindaco non vuol parlare di emergenza sicurezza, spieghi perchè ha mandato via l’esercito e i presidi volontari».

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