Villa Bonelli è «off-limits» per mancanza di controlli

Di sera è pericoloso avventurarsi nel parco che resta alla mercé di bande di vandali e immigrati

Nel cuore del XV municipio, a qualche decina di metri dall’elegante villa che ospita gli uffici comunali, ferma il treno diretto a Fiumicino. Dalla stazione, per raggiungere a piedi il quartiere di Villa Bonelli, bastano appena tre minuti. Eppure molta gente, in particolar modo la sera, preferisce sobbarcarsi un viaggio di circa mezz’ora, andando a prendere l’autobus su via della Magliana.
Quello che potrebbe apparire come un caso palese di follia collettiva, è invece la naturale conseguenza del degrado in cui versa il parco che si estende proprio accanto ai binari. Un luogo apparentemente tranquillo quando il sole è alto in cielo, ma che con il buio si riempie puntualmente di sbandati, nomadi, extracomunitari e bande di vandali.
Gruppi nutriti ed eterogenei di disturbatori rumorosi e potenzialmente aggressivi, che fanno girare alla larga gran parte dei residenti e lasciano evidenti tracce del loro passaggio, tra cui siringhe, fazzoletti macchiati di sangue, preservativi usati, abiti lisi e mucchi di immondizia, oltre a danneggiare lampioni, cassonetti, tombini e tutto ciò che incontrano sulla loro strada.
A denunciare una situazione che si protrae da tempo ci ha pensato il consigliere municipale di Alleanza nazionale Augusto Santori che, con la collaborazione degli stessi cittadini e alcune associazioni della zona, ha messo a punto un dossier dettagliato e ricco di spunti.
Scorrendone le pagine si apprende come Villa Bonelli, parco urbano che copre una superficie di circa 170mila metri quadri risalente alla prima metà dell’800, fosse diventato un punto di ritrovo per bambini, anziani e famiglie. Una prerogativa questa che con il passare del tempo e il montare del degrado si è andata perdendo, al punto di spingere il Comune nel 2001 a stanziare circa 2 milioni di euro per un intervento di riqualificazione dall’area, operazione questa che è stata completata solo nel 2005.
«È stata una mossa che solo all’inizio ha dato i suoi frutti - spiega Santori - ma poi è caduta nel vuoto per la totale assenza di controlli, riportando il parco alla condizione critica precedente». «Di carabinieri, vigili o poliziotti qui non se ne sono mai visti - aggiunge Elio Sambucco, portavoce dell’associazione Urbe Verde - ed è del tutto inutile chiudere i cancelli la sera, visto che le recinzioni sono state abbattute e, in ogni caso, rimangono facilmente aggirabili».
Tutto ciò avviene a due passi dalla sede del municipio, sotto la lente pigra delle telecamere di sorveglianza, che non sono bastate a tenere alla larga i “visitatori” notturni, i quali hanno imbrattato di graffiti parte delle mura esterne dell’edificio.
Poca cosa comunque rispetto al trattamento riservato al punto verde qualità poco distante, dove l’unica costruzione esistente ha tutti i vetri sfondati, il tetto divelto e versa nel più totale abbandono, nonostante si trovi all’interno di un’area giochi per bambini. I sottopassi della stazione, bui e maleodoranti, completano il quadro insieme alla vasta area riservata ai cani, dove esiste un unico cassonetto, per giunta svuotato poco di frequente.


«La priorità - rimarca Santori - è quella di istituire un adeguato servizio di sorveglianza». Si tratta dell’unica strada percorribile per consentire alla villa di ritrovare il suo splendore originario, oggi affogato dal degrado e dall’indifferenza.

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