Villa Posalunga amata da Mazzini e ora dimenticata

Un edificio dal glorioso passato che versa nel più totale abbandono. È la triste sorte che è stata riservata a Villa Posalunga in via Cadighiara 36-38, nel quartiere genovese di Borgoratti. E qualche residente si lamenta: «È un peccato che una villa storica come questa sia invasa dalle sterpaglie, povero Mazzini!». E il rammarico è giustificato dal fatto che il grande protagonista risorgimentale, pur essendo nato in via Lomellini 11, attualmente sede del Museo del Risorgimento e dell'Istituto Mazziniano, trascorreva lunghi periodi proprio a Villa Posalunga che era la sua residenza di campagna. La mattina dell'11 novembre 1830, Mazzini lasciò la villa per recarsi in centro città con la convinzione di raccogliere nuove adesioni alla Carboneria. Ma era una trappola e Mazzini fu arrestato e rinchiuso nella fortezza savonese del Priamar fino al febbraio 1831, dove elaborò il progetto di fondazione della Giovine Italia. Rilasciato per mancanza di prove, gli fu imposto di scegliere tra il confino e l'esilio e Mazzini accettò di vivere da esiliato. Di questo importante passato, rimane solo una targa illeggibile sulla facciata dell'edificio.
Trasformata successivamente in scuola elementare e dell'infanzia, Villa Posalunga ha cessato da tempo anche questa funzione e le due targhe scolastiche sono affisse malinconicamente al cancello chiuso davanti al vialetto, totalmente ricoperto di sterpaglie. L'edificio ha la facciata scrostata e ha bisogno di ristrutturazioni complete ma, in attesa di capire quale futuro sia riservato alla struttura, ci si perde nei meandri burocratici. Secondo la convenzione stipulata il 5 marzo 1998 tra il Comune e l'Istituto Autonomo Case Popolari, trasformato poi in Arte (Agenzia Regionale per l'Edilizia e il Territorio ndr), era previsto il ricupero di alcuni beni di civica proprietà tra i quali anche Villa Posalunga. L'intervento avrebbe dovuto riguardare sia l'edificio principale, l'ex scuola con annessa torretta belvedere, sia quello secondario che fungeva da dependance e abitazione del custode. Come indicato in un comunicato stampa del maggio 2007, una volta completata la ristrutturazione di Villa Posalunga e quella di Villa Donghi, in salita della Noce a S. Martino, il Comune avrebbe stabilito quale dei due edifici sarebbe stato adibito a residenza dei parenti dei ricoverati all'ospedale S. Martino, che arrivano da fuori Genova. Ma, mentre la notizia rimbalzava su internet, è arrivata la doccia gelata. La giunta comunale, in considerazione del fatto che non era stato dato l'avvio alla progettazione e all'esecuzione degli interventi per ristrutturarla, ha deliberato lo stralcio di Villa Posalunga dalla lista degli edifici da ricuperare, rimettendola nella disponibilità del patrimonio comunale, in attesa di tempi migliori.

E la telenovela prosegue tra gli auspici di alcuni residenti della zona che ritengono possibile che qualche privato possa acquistare la villa e le perplessità di chi considera la zona infelice per qualsiasi uso. «È difficile si faccia avanti un compratore - interviene un pensionato - ha visto com'è fatta via Cadighiara? A malapena c'è un pezzetto di marciapiede». Progetto è archiviato. Con buona pace di Mazzini.

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