Cronaca locale

Villaggio dello Sport a Rogoredo anche senza l’Olimpiade 2016

Oltre 2 milioni di metri quadri per velodromo, stadio, campo da golf, piscine e palazzetto

Claudio De Carli

Marcia indietro, o avanti tutta: adesso il progetto di Aldo Brandirali del Villaggio dello Sport a Rogoredo diventa quasi più affascinante delle beghe che si attorcigliano attorno San Siro e alla sua compravendita. Da una parte si distrugge attraverso decreti e divieti, dall’altra si costruisce anche se per ora siamo alla suggestione e a quanto potrebbe risolvere un nuovo spazio per fare e dare sport ai milanesi. Il progetto del villaggio è naturalmente e direttamente agganciato alla candidatura olimpica di Milano per i Giochi del 2016. Questo non significa niente Giochi niente villaggio, ma la spinta a convincere la città, i politici, i privati e quelli che siedono nella stanza dei bottoni, sarà strategica e finalmente concreta.
Ieri l’assessore allo Sport Brandirali e quello all’Urbanistica Gianni Verga, hanno presentato la loro idea e, combinazione, hanno tirato in piedi Roma, diretta concorrente alla designazione italiana del 2016: «Non vogliamo commettere gli errori di Roma 1960, e cioè creare strutture che una volta finiti i giochi olimpici, rimangano abbandonate e inutilizzate».
Il villaggio sorgerà in un nuovo quartiere di più di due milioni di metri quadri, ospiterà lo stadio olimpico, un palazzetto, il velodromo, le piscine e un campo da golf. Giusto per stare bassi. Il Comune conta di lanciare il bando di gara internazionale per i primi mesi dell’anno prossimo per avere poi le strutture pronte sei anni dopo, nel 2012, quarantotto mesi prima dell’anno olimpico: «Il progetto - hanno spiegato i due assessori -, si farà anche senza Olimpiadi e a maggior ragione se Milano avrà l’assegnazione dei Giochi».
Brandirali ha esaltato il valore strategico del Villaggio anche per la città: «Dovrà essere parte del tessuto vitale della città del futuro. Nel nuovo polo ci sarà spazio anche per un anfiteatro destinato a ospitare i grandi concerti, oltre a spazi commerciali e tempo libero. Senza dimenticare che quella zona è già servita da due fermate della metropolitana e tra qualche anno anche dal passante ferroviario e dall’alta velocità». E sulla candidatura romana non si sono fermate le polemiche: «Solo con un’alleanza fra pubblico e privato si può pensare di battere Roma. Le istituzioni hanno trovato le aree, ora tocca ai privati fare la loro parte».
Un colpettino, nella giornata del loro personalissimo trionfo, è arrivato anche alla querelle sullo stadio di San Siro: «La minaccia di Milan e Inter di costruirsi nuovi stadi - ha detto Brandirali -, è stata una risposta rabbiosa all’impossibilità di ottenere il Meazza alle loro condizioni. Se hanno delle proposte serie e concrete le facciano. Noi costruiremo lo stadio olimpico a Rogoredo».

Ieri era imbattibile.

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