Ville d’incanto sulle acque lombarde

Un Gran Tour di 500 pagine tra splendide case, «ospitati» da proprietari che, come George Clooney, hanno aperto pure le porte più riservate

Daniele Carozzi

Un bel volume per conoscere più di cento ville da fiaba che si affacciano sulle acque lacustri e fluviali della Lombardia. Con tante fotografie, dove prevalgono mille sfumature di verde abbracciate dall'azzurro dell'acqua e da quel cielo di Lombardia «così bello quando è bello». E lì, nel mezzo dell'immagine, la perla: ovvero la residenza patrizia con i suoi giardini all'italiana, qualche scorcio rubato agli sfarzosi saloni, l'imponenza delle rampe che scendono verso gli imbarcaderi.
L'intento di rivalutare il patrimonio paesaggistico e architettonico adagiato su quel «mare» d'acqua dolce di cui è tanto ricca la Lombardia è frutto del progetto editoriale di Roberta Cordani, in collaborazione con Giovanna Mori e Marta Isnenghi: «Dimore sull'acqua - Ville e giardini in Lombardia» (Edizioni Celip). Un testo che viene presentato oggi alle 18 all’Urban Center da Gianni Verga, assessore comunale allo Sviluppo del Territorio.
Nelle 500 pagine si riscopre il fascino del rapporto fra opera dell'uomo e natura, aiutati dagli approfondimenti storici e ambientali firmati da giornalisti quali Ferruccio De Bortoli e Piero Lotito, architetti come Alessandra Kluzer o storici che portano i nomi di Giulio Melzi d'Eril, Vittorio Nichilo e Carlo Bertelli per citarne solo alcuni. Ma è anche interessante conoscere l'opinione di un bello e impossibile residente di villa Oleandra a Laglio: George Clooney, in queste pagine intervistato da Cordani e Isnenghi.
Le case e ville (uno spazio è però dedicato anche al leggendario monastero di Santa Caterina, abbarbicato sulle rocce del lago Maggiore) che si ergono come altezzose signore su piccoli e grandi laghi fra le Alpi e il Po, o su Ticino, Muzza, Lambro piuttosto che lungo i Navigli, consentirono la villeggiatura a nobiltà e borghesia milanesi, ispirazione a poeti e musicisti, studio per gli storici, creatività in drammaturghi e registi. Da Plinio il Giovane che cantò quelle sponde, a Cesare Cantù che ne raccontò la storia, fino a Parini con «Il Giorno», o a Henry Beyle, meglio conosciuto come Stendhal, entusiasta del suo soggiorno a Villa Carlotta, per arrivare a Rossini e il suo «Tancredi», o a Fogazzaro e Mario Soldati per «Piccolo mondo antico».
Ma il mondo cambia. E se un tempo molte prestigiose abitazioni lacustri erano di conti e duchi, ai giorni nostri sono gli attori a farla da padroni.

Fu infatti Gregory Peck, dopo una villeggiatura sul Lario, a consigliare a Clooney di visitare quei luoghi. E lui, l'assediato George, afferma che il lago di Como gli ricorda quel fiume - si sa, in America tutto è più grande -, che scorre dalle sue parti, fra Kentucky e Ohio.

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