A Vilnius, principessa ribelle, i segreti dell'Europa più giovane

A Vilnius, principessa ribelle,  i segreti dell'Europa più giovane

Vent'anni di libertà, giovane da sempre. Nell'alleanza con i polacchi, sotto il Soviet, come durante l'occupazione nazista ed oggi, reggente del semestre europeo, la Lituania ha sempre provato a fare di testa sua. Testardo «Davide contro Golia» ce l'ha sempre fatta, rinascendo più tenace. Benvenuti, «Isveikata»: nel baltico si dice così. A Vilnius non è difficile sentirsi a casa: l'italiano è di moda fra i giovani; il barocco addobba chiese e palazzi grazie a Bonasforza D'Aragona, figlia di Gian Galeazzo Visconti, sposa del re polacco Sigismondo che invitò qui nel '500 molti artisti. «Con lei ci raffinammo: diffuse anche posate e buone maniere», chiosano quasi per piaggeria.
I lituani sono gente fiera che «snocciola» i propri record, pur non in ordine di importanza: qui il Dalai Lama viene volentieri, questo è l'unico Paese ad aver dedicato una statua a Frank Zappa e l'ultimo popolo ad essere stato battezzato nel 1387 quando da noi si costruiva il duomo di Milano. Tutto iniziò sulla collina di Gediminas, fondatore di Vilnius. Da allora lungo i fiumi Neris e Vilnia, la città è cresciuta con mille anime e tanti ricordi: il più ricorrente e comune risale all'agosto del 1989 quando dalla piazza della cattedrale partì la catena umana anti Soviet che si allungava fino a Riga e Tallin. Una formella la ricorda con la scritta «Stebuklas», miracolo.
A buttare fuori gli ultimi soldati dell'armata servì Wojtyla che nel 1993 pose un ultimatum per la sua visita. Da allora il balzo nella modernità è passato anche per «operazioni» di marketing sulle tre repubbliche sorelle.
Eppure Lettonia ed Estonia sono diversissime: i ragazzi per capirsi devono parlarsi in inglese perché russo e polacco si studiano meno. Per entrare in Europa, nel 2004, la Lituania ha abolito la pena di morte e chiuso la centrale nucleare di Ignalina. Oggi esporta torba, vive di ambra, lino e turismo anche se la disoccupazione è al 13.5 per cento e lo stipendio medio mensile è di 500 euro. A Vilnius però ogni difficoltà si scioglie nei colori pastello della città vecchia: palazzi «guarniti» come dolci al marzapane si alternano a case basse dai cortili fioriti. Succede così nel ghetto, la «Gerusalemme del Nord» da cui oltre 36 mila ebrei furono deportati. Oggi, per contrappasso, le vie fra Gaono e Stikliu sono fra le più vivaci (www.lokys.lt o www.stikliaihotel.lt) per un bicchiere di «999» liquore che non si dimentica facilmente. Di giorno perdetevi fra l'umanità brulicante di Pilies gatvé verso il cuore religioso di Vilnius con la porta dell'Aurora e la sua icona della Madonna. Avrete attraversato una fetta importante di storia della città dove coesistono - e sono 45 - chiese ortodosse, uniate e cattoliche. I russi le avevano chiuse tutte, trasformandone alcune in musei dell'ateismo, come San Casimiro, accanto al municipio. Ma a ferire Vilnius fu soprattutto la prigione che il Kgb mantenne in città fino al 1991 (www.genocid.lt). Utilizzato anche dai nazisti, il palazzo che svetta su Auku oggi ospita un museo per capire come l'orrore fosse mischiato alla normalità.
Eppure, intorno, la città nuova con Gediminas prospektas oggi è solo vita, negozi ed entusiasmo. Come quello che si respira oltre il fiume, ad Uzupis, repubblica indipendente dai principi saldi come «Non vincere e non arrendersi». Qui, fra locali alternativi ed esposizioni di artisti, vive anche il sindaco, il giornalista Arturas Zuokas. Al secondo mandato punta sulla modernità: ha introdotto il bike sharing anche per i turisti e non nasconde i suoi modi robusti che qualche anno fa, per rimuovere un'auto che ostruiva una ciclabile, non gli impedirono di usare un carro armato. Per meglio comprendere le mille facce di Vilnius sollevatevi in Mongolfiera (www.balloning.lt da 150 euro), magari fino a Trakai, baluardo medievale dei principi Jagelloni, fra laghi e foreste proprio al centro d'Europa che è davvero a 19 km da Vilnius come attesta una colonna dorata. Almeno finché qualcun altro non sposterà il baricentro.

E ancora una volta Vilnius ripartirà daccapo «tanto bella da capirlo solo quando la si perde», parafrasando Adam Mickiewicz, uno dei cantori della Lituania.
Per soggiornare: www.ambertonhotels.com o www.artis.centrumhotels.com da 100 euro in camera doppia BB. Per informazioni sul viaggio: www.lithuania.travel. Voli da Bergamo Orio al Serio con Ryanair e Wizzair.

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