Il Viminale indaga sulla città dei diritti negati

Il Viminale indaga sulla città dei diritti negati

(...) Ha dichiarato Bornacin: «A Mantovano e Viale racconterò quello che è accaduto lunedì a Genova e chiederò di organizzare una visita ufficiale in città. Questa settimana incontrerò il ministro dell’Interno, Roberto Maroni al quale riferirò l’aria antidemocratica e da oscurantismo di sinistra che si respira a Genova. Il tutto con buona pace delle amministrazioni locali di centrosinistra che davanti a questi gravissimi episodi preferiscono chiudere un occhio, anzi tutti e due». Il senatore racconta, da testimone, quello che è accaduto lunedì in piazza Bianchi. «Non più di 200 estremisti - dice Bornacin - hanno circondato l’area dove stavamo svolgendo le operazioni di raccolta firme. E nonostante il dispiegamento di forze dell’ordine, di cui ringrazio prefetto, questore e comandante dei carabinieri, hanno messo in atto una provocazione in piena regola e un attacco alla nostra libertà di raccogliere le firme dei cittadini. Perché - spiega l’esponente del Pdl - di questo si è trattato: la reazione scomposta e incivile di estremisti rossi che non hanno rispetto di niente e di nessuno, men che meno delle elementari regole democratiche e di convivenza civile». Bornacin ricorda gli insulti, il rullare di tamburi continuo per coprire la voce degli attivisti Pdl tra cui il consigliere regionale Gianni Plinio, tra i promotori della petizione, i tentativi di venire a contatto con chi raccoglieva firme, le intimidazioni pesanti degli extraparlamentari di sinistra alla gente, i cordoni di sicurezza di polizia e carabinieri e, infine, i lanci di pomodori e sacchetti pieni di urina. «E pensare - annota il senatore Pdl - che in tanti, che avrebbero voluto firmare, si sono dovuti allontanare. La nostra iniziativa, del resto, rappresentava appieno lo spirito democratico. Analoghe incivili contestazioni sono state messe in atto dalla sinistra contro iniziative legittime della Lega Nord. Chiederò perciò al ministro se Genova si trovi ancora in Italia o sia zona di guerra, magari in territorio afgano. Perché è questa la sensazione che si è avuta lunedì: cittadini che manifestavano civilmente osteggiati da un gruppetto di terroristi delinquenti, spalleggiati dalle formazioni extraparlamentari e coperti dal silenzio del centrosinistra». Bornacin, tra l’altro, denuncia il silenzio assordante delle istituzioni rette da giunte di centrosinistra: «Nessuno ha commentato i fatti di lunedì. Una vergogna. Mi domando cosa sarebbe successo il Pdl avesse disturbato una manifestazione del Pd. Almeno a maggio, quando il ministro La Russa, mentre stava passeggiato per il centro città, fu aggredito da un anarchico, detto «lo spagnolo», sospettato di terrorismo e controllato dalle polizie iberica e italiana, il presidente del Consiglio regionale, Mino Ronzitti, espresse solidarietà. Oggi nulla. Non una parola da Comune, Provincia o Regione». In margine a quell’episodio da rilevare che lo stesso «spagnolo» sembra sia stato riconosciuto tra i facinorosi che hanno contestato il Pdl in piazza Bianchi. «È possibile che questo personaggio, che mi risulta ricercato in Spagna, giri liberamente in Italia?» si chiede Bornacin che, tra l’altro, fu tra i primi a intervenire in difesa del ministro La Russa quando questi fu aggredito dall’anarchico.

Infine il senatore segnala l’ennesima discriminazione da parte della giunta Vincenzi: «Trova in un battibaleno le sedi ai centri sociali di sinistra, ma ignora identiche richieste dei giovani di destra. È questo lo spirito democratico di sinistra della città dei diritti?»

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