Un casinò che non paga le vincite ai giocatori è come un negozio di giocattoli che rimane chiuso alla vigilia della Befana o una gelateria che non serve ai bimbi coni al cioccolato. Insomma, una crudeltà ancor prima di un controsenso.
Eppure cè un casinò in Italia (per lesattezza quello di Venezia) che - a fronte di una slot machine che ha annunciato allo smanettatore di turno un jackpot da 5 milioni - se nè uscito con la scusa più assurda del mondo: «Il bonus da 5 milioni non lo paghiamo perché quella slot è rotta...». È «rotta»? Ma come, fino a quando si trattava di incassare funzionava benissimo, poi quando si è trattato di sganciare, tac: ecco subentrare il «guasto». Anzi, l«impazzimento», come lha definito il presidente del casinò veneziano.
La versione dei tecnici informatici del casinò veneziano è stata però avvalorata dalla magistratura alla quale si era rivolto il giocatore mai entrato in possesso del superpremio.
Il sostituto procuratore ha infatti chiesto larchiviazione dellinchiesta, ritenendo che non vi sia prova dellavvenuta vincita né, di conseguenza, della commissione di alcun reato.
La vicenda - racconta Il Gazzettino - approderà ora davanti al Gip di Venezia, dal momento che il giocatore che rivendica il bonus milionario ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione, chiedendo di procedere per truffa nei confronti dei vertici del casinò di Venezia.
Da parte loro gli avvocati della celebre casa da gioco hanno depositato una memoria al giudice per spiegare che «non vi è stata alcuna vincita»: «Si è trattato - precisano i legali - semplicemente di un malfunzionamento del software che gestisce la slot machine, come verificato successivamente dal tecnico informatico, lunico abilitato ad operare sulle macchine criptate del casinò di Venezia».
Nel frattempo il giocatore beffato ha denunciato la storia anche in Tv: così due sere fa è stato ospite del programma Mi manda Raitre che si è collegato in diretta con Ca Vendramin Calergi (lo storico palazzo dove ha sede il casinò) affacciato sul Canal Grande. Ne è venuto fuori un acceso dibattito durante il quale ognuna delle parti ha difeso la bontà delle proprie ragioni.
«Mai - a giudizio dei rappresentanti del casinò - il giocatore poteva acquisire una vincita del genere e, se per ipotesi ciò fosse stato possibile, il nostro ospite avrebbe dovuto inserire monetine per 511mila euro».
«Ma quali monetine per 511mila euro... - replica luomo prima baciato e poi sputato in faccia dalla dea bendata -. Il malloppo è mio di diritto, darò battaglia fino alla morte».
La giocata dello scandalo risale al 5 gennaio scorso e - almeno così assicurano a Ca Vendramin Calergi - gli operatori in sala appena apparsa sul display la vincita plurimilionaria hanno avvisato dell'errore il cliente e sigillato come da prassi la macchina su cui è stata fatta eseguire una perizia da tecnici «super partes» della casa costruttrice che ne hanno certificato il malfunzionamento. «Super partes»? Mica tanto... «La vincita è inesistente - insistono i cervelloni del casinò - e quindi non c'è da pagare nulla, poi quella macchina era tarata in un modo tale per cui mai avrebbe potuto toccare i cinque milioni. Capiamo l'amarezza del cliente, ma certo non possiamo onorare una vincita che non c'è mai stata».
Ma nei forum in rete riservati ai giocatori dazzardo nessuno la pensa così. Portavoce di tutti, tale «azzard21»: «Se la slot dice che hai vinto 5 milioni di euro paghi e stai zitto. Sennò troppo comodo.
Come andrà a finire? Si accettano scommesse. Ma chi perde è pregato di pagare...
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