Vincent Abraham

Nacque a Charleville, in diocesi di Reims, nel 1740. Studiò in seminario e ne uscì sacerdote nel 1764. Dapprima fu mandato a far da ausiliare al parroco di Pont-Favergey, che era suo cugino. Poi fece il viceparroco ad Attigny. Nel 1776 ebbe una parrocchia tutta sua, Sept-Saulx. Ma nel 1789 scoppiò la Rivoluzione francese, che non tardò a mostrare il suo volto scismatico imponendo la cosiddetta Costituzione civile del clero, che obbligava i preti a staccarsi da Roma per dipendere dal governo. L'abbé Abraham rifiutò di prestare il giuramento «costituzionale» prescritto e perciò divenne «refrattario». Il risultato fu che la sua chiesa venne chiusa d'autorità e lui fu cacciato dalla casa parrocchiale. Egli allora stilò una vibrata protesta che fece pervenire agli amministratori del dipartimento, ottenendo solo di finire sulla lista dei sospetti. Cercò alloggio prima a Reims e poi a Parigi, ma nel frattempo le cose peggioravano: il re arrestato, la Francia nel caos, le delazioni, gli arresti. Fino al terribile 1792, con l'inizio del Terrore e la sterzata politica in senso anticristiano. L'abbé Abraham, come tanti altri «refrattari», capì che era giunto il momento di andarsene dalla Francia e si presentò al commissariato di polizia per chiedere un passaporto. Ma proprio tale richiesta lo fece diventare «traditore». Fu arrestato insieme al collega Deruelle, anch'egli richiedente passaporto, e rinchiuso nel convento dei carmelitani trasformato in carcere. I due finirono vittime delle famose «stragi di settembre», quando i sanculotti svuotarono le carceri a mano armata.
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