Negli anni ’20 i fascisti riuscirono a ridurre al silenzio giornali, sindacati, associazioni culturali e partiti d’opposizione a colpi di incursioni squadristiche. In questi giorni, con gli stessi metodi, i centri sociali, amorevolmente accuditi da Rifondazione comunista e Sinistra critica, hanno costretto a chiudere la Cusl, cartolibreria di Comunione e liberazione all’Università Statale. Anzi, di più: hanno talmente intimidito i «ciellini» da indurli a non denunciare nemmeno l’ultima aggressione, avvenuta l’altro pomeriggio, per paura di ulteriori ritorsioni.
Finisce così una settimana di passione per la città, e per la civile convivenza, iniziata venerdì 13 con l’arresto dei cinque anarchici, uno in carcere e quattro ai domiciliari, che un mese prima avevano fatto 800 fotocopie di un volantino alla Cusl e poi «pagato» a calci e pugni. Immediata la reazione dei compagni con cassonetti rovesciati, muri imbrattati venerdì sera al Ticinese e bombe carta dentro San Vittore sabato pomeriggio. Ma c’è soprattutto un conto da regolare ed è con «quegli infami» di Comunione e liberazione. Così lunedì la libreria viene assaltata e costretta a chiudere. Ma non basta, bisogna dare un segnale e deve essere di chiaro stampo mafioso: così i nomi dei cinque ragazzi della Cusl vengono vergati sia su un lenzuolo fatto scendere dalla balconata dell’atrio sotto la scritta «nuociono gravemente alla libertà» sia sul muro della libreria accompagnati dalla parola «carcerieri». Come dire: chi vuole è libero di andarli ad aspettare sotto casa.
Martedì, durante la giornata nazionale di mobilitazione contro la riforma Gelmini, i «centrosocialisti» iniziano una scorribanda in centro. La polizia interviene e in Loggia dei Mercanti quattro ragazzi vengono bloccati e accusati di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale più lesioni, per un paio di agenti contusi. Due vengono denunciati a piede libero, due rimangono nelle celle di sicurezza. Il giorno dopo il Tribunale, dove si svolge l’udienza di convalida degli arresti, è preso d’assedio. Poi con un buffetto del giudice «Fate i bravi adesso» i due tornano liberi. Anche se dovranno presentarsi il 25 per la prima udienza del processo.
Dopo averli portati in trionfo per la città i «bravi ragazzi» tornano alla Statale per verificare che la libreria sia chiusa. Invece è aperta e riparte l’assalto: spintoni, minacce, insulti, libri e suppellettili fatti volare. Arriva il nucleo Informativo dei carabinieri ma gli squadristi, 7/8 sembra, se ne sono andati, quindi gli agenti chiedono alle vittime se vogliono presentare denuncia. Ma questa volta vince la paura: «No grazie, altrimenti “questi” ritornano». Gli investigatori esaminano i fatti: ingiurie, minacce e danneggiamento, vista la modesta entità dei danni, sono reati perseguibili per querela di parte. I ciellini non la presentano quindi caso chiuso. L’Informativo invierà una relazione all’autorità con i nomi e cognomi degli aggressori, di più non si può fare.
Intanto gli squadristi cantano vittoria: per tutto il giorno festeggiano la loro «giornata contro Cl». Oggi invece riposo ma si riprende domani con una serie di presidi davanti a tutte le scuole cittadine. L’11 e il 12 dicembre, manifestazioni e occupazioni contro la riforma Gelmini.
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