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Violento terremoto, Haiti è un inferno: migliaia sotto le macerie, mille morti

Una scossa di magnitudo 7 devasta il paese e la capitale Port-au-Prince. I soccorritori: "In migliaia ancora sotto le macerie". Dall'Italia parte un team della Protezione civile. Il Papa: "Serve la generosità di tutti". Un testimone: "Tutto distrutto, funziona solo skype". Appelli e messaggi su Twitter e Facebook. Un'italiana: "Urla dalle macerie, è notte nera"

Violento terremoto, Haiti è un inferno: migliaia sotto le macerie, mille morti

Port-au-Prince - Violentissime scosse di terremoto hanno seminato morte e distruzione ad Haiti, in particolare nella capitale Port-Au-Prince e nella parte ovest dell'isola caraibica. La terra ha tremato quattro volte sconvolgendo il paese più povero dell'intero continente americano e la capitale che ha circa 2 milioni di abitanti. Scosse terribili seguite da un susseguirsi di crolli fra terrore e disperazione. Tanto forti che a Port-au-Prince sono crollati anche grandi edifici pubblici tra cui il palazzo presidenziale (il bianco Palaise National) e un ospedale. Morte e distruzione. Un inferno, con i soccorriti che parlano di "centinaia di morti e migliaia di persone sepolte sotto le macerie". "Port-au-Prince è nella più totale oscurità, si vedono migliaia di persone sedute lungo le strade, senza sapere dove andare" dice Rachmani Domersant, dirigente operativo di un' organizzazione di volontariato. "Ho visto con i miei occhi sette o otto edifici, da hotel fino a palazzi per uffici e grandi magazzini, crollare come cartapesta. Dire che ci sono almeno centinaia di morti sotto le macerie appare del tutto inadeguato a fotografare la realtà". Impossibile per ora fare un bilancio delle vittime e si parla di almeno un migliaio di morti.

Si scava nella notte "Si scava tra le macerie nella notte nella speranza di trovare superstiti", dice Ian Rodgers, un attivista Usa del gruppo 'Save the Children'. "I pianti della gente si intrecciano con le urla di gioia dei familiari quando qualcuno viene trovato vivo. Sono quasi sempre sforzi individuali: non vi sono ruspe in azione nelle strade". La notte è calata sulla capitale di Haiti, dopo il devastante terremoto, creando una atmosfera surreale. "E' buio ovunque, non c'é elettricità - racconta Carel Pedren, che lavora ad una radio - Le strade sono piene di gente e di auto bloccate. La gente ha paura a entrare nelle case. Sono scene di caos e disastro".Circa 200 persone sarebbero disperse tra le macerie di un grande albergo della capitale, ha reso noto il segretario di stato francese alla Coooperazione, Alain Joyandet.

Erano le 16.53 locali (le 22.53 in Italia) quando la terra ha tremato per la prima volta: ed è stata una botta devastante, 7.0 della scala Richter secondo i dati forniti in diretta dal servizio geofisico statunitense Usgs. E' durata un lunghissimo, interminabile minuto. Sette minuti dopo, un'altra scossa da 5.9 di magnitudo. Altri 12 minuti ed ecco la terza, da 5.5. E dopo un'ora la terra ha tremato di nuovo: 5.1.Poi ci sono altre altre scosse: in tutto nove nel giro di tre ore.Il centro statunitense di monitoraggio degli tsunami ha lanciato un'allerta per tutti i paesi Caraibi, da Cuba alle Bahamas che sta gradualmente rientrando. L'ipocentro delle quattro scosse è stato ad appena 10 chilometri di profondità. Ravvicinati gli epicentri, tutti in terraferma e nelle vicinanze della capitale: a 15 km a sud-ovest la prima, a 25 km a ovest-sud-ovest la seconda e la terza, a 30 km. a sud ovest la quarta.

"Tutto ha cominciato a tremare, la gente urla, le case hanno cominciato a crollare. Il caos è totale" ha detto un giornalista della Reuters a Port-au-Prince. Nessuno ha ancora idea di quale sia la dimensione del disastro. La terra trema di continuo. Le comunicazioni sono difficili, ma l'ambasciatore di Haiti negli Stati Uniti, Raymond Alcide Joseph, dopo essere riuscito a mettersi in contatto con i colleghi diplomatici a Port-au-Prince non ha avuto mezzi termini: "Si tratta davvero di un'enorme catastrofe". Le strade della capitale sono ingombre di macerie. Sono decine le persone rimaste sotto gli edifici crollati e chi è scampato scava con le mani per liberare chi è rimasto intrappolato. E' caos ed è difficile organizzare i soccorsi che si stanno già mobilitando anche all'estero, a cominciare dagli Stati Uniti.

Crollato il palazzo presidenziale Il Palais National, che ospita la presidenza di Haiti, oltre a numerosi edifici pubblici, sono crollati a Port-Au-Prince. Lo ha riferito una televisione haitiana. Secondo un giornalista della catena Haitipal, che interveniva al telefono in diretta da Port-Au-Prince, "il Palais National, il ministero delle Finanze, il ministero dei Lavori pubblici, il ministero della Comunicazione e della Cultura, il Palazzo di giustizia, la Scuola normale superiore" sono crollati. Il giornalista ha anche affermato che sono ugualmente crollati gli edifici del Parlamento e la cattedrale di Port-Au-Prince. Molti dei quartieri di Port-Au-Prince, sono sotto una spessa cappa di polvere. "Gran parte delle case e gli edifici di Port-au-Prince sono costruzioni precarie", ha ricordato Gerard Latourtou, ex primo ministro. "Haiti non è in condizioni di far fronte a situazioni gravi come quella che sfortunatamente dovremo affrontare ora", ha aggiunto da Miami l'ex premier. A seminare la morte gli edifici più alti e più, in teoria, moderni: crollati ospedali, il palazzo presidenziale, vari ministeri, hotel, edifici per uomini d'affari, grandi magazzini. Anche il Quartier generale della missione militare e civile dell'Onu, che nel paese disloca ben 9.000 uomini - 7.000 militari e 2.000 poliziotti - è stato quasi raso al suolo. " Siamo tremendamente preoccupati - ha detto un portavoce dell'Onu - Moltissimo il personale disperso, con cui non riusciamo a stabilire alcun contatto".

"Il cielo una nuvola di polvere grigia" A fare la descrizione èLa Henry Bahn, un funzionario Usa. "C'è stato un frastuono tremendo e poi tutto ha cominciato a tremare", ha detto Bahn che si trovava nella sua stanza di hotel al momento del terremoto. "La gente ha cominciato ad urlare, si sentivano grida ovunque. Le strade del mio quartiere sono piene di edifici crollati. Vi sono macerie ovunque...".

Aereo bloccato al decollo I passeggeri di un volo della American Airlines che doveva collegare Port-au-Prince ad una città degli Stati Uniti si stavano imbarcando quando c'é stato il terremoto ed è rimasto bloccato. A bordo c'erano circa 200 persone. L'aeroporto è però in buone condizioni e questo fatto potrebbe favorire fin dalle prossime ore l'afflusso degli aiuti internazionali, come conferma la la Cnn bnella sua edizione in spagnolo.

Il terremoto è stato avvertito anche nella confinante Repubblica Domenicana. Lo affermano i media on-line locali, precisando che la scossa si è sentita nella capitale, Santo Domingo, tra l'altro anche nella sede del Parlamento. "Molte delle persone che si trovavano dentro l'edificio sono uscite, e alcuni si sono affacciati dalle finestre e dei balconi", afferma il sito web del quotidiano Listin. Negli uffici del giornale il terremoto ha fatto muovere le scrivanie e i lampadari.

Obama: pronti ad aiutare Il presidente americano Barack Obama ha detto che gli Usa sono pronti ad aiutare il popolo di Haiti. In una dichiarazione diffusa in serata dalla Casa Bianca, Obama scrive che "i miei pensieri e le mie preghiere vanno a chi è stato colpito dal terremoto. Stiamo seguendo la situazione da vicino e siamo pronti ad aiutare il popolo di Haiti". Secondo la Casa Bianca, Obama è stato informato del terremoto poco prima della mezzanotte italiana, quasi in tempo reale. Il presidente ha chiesto al Dipartimento di Stato, all'Usaid (l'agenzia per gli aiuti umanitari) e al Southern Command del Pentagono, da cui dipende l'area dei Caraibi, di assistere Haiti con aiuti d'emergenza. E' stata subito convocata una riunione operativa per stabilire le priorità. Le comunicazioni tra il Dipartimento di Stato e l'ambasciata Usa a Port-au-Prince hanno funzionato e così i diplomatici Usa ad Haiti hanno potuto fornire a Washington un primo quadro della situazione nel paese. Il Segretario di Stato Hillary Clinton ha confermato l'oggerta della "più completa assistenza ad Haiti e agli altri paesi della regione, forniremo assistenza militare, civile e aiuti umanitari. Le nostre preghiere vanno a tutti coloro che hanno sofferto le conseguenze" del terremoto.

La Farnesina: al momento nessun italiano coinvolto "Al momento non risultano italiani coinvolti" ha detto ai microfoni di Radio uno Fabrizio Romano, capo dell'Unità di crisi della Farnesina, sottolineando però che "la mancanza di informazioni non vuol dire che non ce ne siano". Il responsabile dell'Unità di crisi ha riferito si sta lavorando sia con le strutture italiani in loco, sia attraverso i contatti con le unità di crisi degli altri paesi europei "per arrivare ad un quadro realistico e aggiornato della situazione". "Ci risulta che ad Haiti ci sono 180 connazionali iscritti all'anagrafe consolare ai quali va aggiunta un'altra decina di italiani che si sono iscritti al sito della Farnesina, Dove siamo nel mondo", ha riferito Romano. "Non possiamo naturalmente escludere che ve ne siano altri che non sono registrati al consolato e neanche al sito".

Stanno bene i dipendenti della Ghella "Stanno tutti beni i dodici italiani della ditta Ghella che si trovano in un cantiere nel nord di Haiti, a una cinquantina di chilometri da Port-Au-Prince": lo ha detto all'ANSA Gianfranco del Pero, responsabile dell'ambasciata italiana nella vicina Repubblica Dominicana.

Frattini: aiuti dall'Italia "Sono profondamente vicino al popolo di Haiti così duramente colpito da questa terribile catastrofe", ha dichiarato all'ANSA il ministro degli Esteri, Franco Frattini, da Addis Abeba non appena informato della vasta portata del sisma che ha colpito Haiti e l'area caraibica. "L'Italia - ha aggiunto il titolare della Farnesina - non lesinerà sforzi per stare concretamente vicina al popolo di Haiti e, naturalmente, agli italiani presenti nell'area colpita dal terremoto".

Parte un team della Protezione civile Il Dipartimento della Protezione Civile in stretto coordinamento con il Ministero degli Affari Esteri, con il ninistero della Difesa e con la Croce Rossa Italiana, sta organizzando in queste ore un primo team di intervento per il soccorso alla popolazione di Haiti colpita la scorsa notte dal terremoto. Oggi decolleràun C130 della 46 Aerobrigata che porterà nell'isola caraibica un ospedale da campo ed un team sanitario specializzato in medicina di emergenza. A bordo del velivolo sarà presente anche una squadra del Dipartimento della Protezione Civile che a fianco delle autorità locali si occuperà di pianificare l'eventuale ulteriore invio di materiali e mezzi, anche sulla base delle necessità verificate sul posto.

Il Papa: serve la generosità di tutti Un appello per Haiti è stato lanciato da papa Benedetto XVI al termine dell'udienza generale. "Mi appello alla generosità di tutti - ha detto il Papa - affinché non si faccia mancare a questi fratelli e sorelle che vivono un momento di necessità e di dolore, la nostra concreta solidarietà e il fattivo sostegno della Comunità internazionale". Il pontefice ha anche assicurato l'impegno in questo senso della Chiesa cattolica. "Il mio pensiero - ha detto il Papa al termine dell'udienza generale - va, in particolare, alla popolazione duramente colpita, poche ore fa, da un devastante terremoto, che ha causato gravi perdite in vite umane, un grande numero di senzatetto e di dispersi e ingenti danni materiali. Invito tutti - ha proseguito - ad unirsi alla mia preghiera al Signore per le vittime di questa catastrofe e per coloro che ne piangono la scomparsa. Assicuro la mia vicinanza spirituale a chi ha perso la propria casa e a tutte le pesone provate in vario modo da questa grave calamità, implorando da Dio consOlazione e sollievo nella loro sofferenza". "Il pontefice ha quindi fatto appello "alla generosità di tutti" e ha sollecitato il sostegno della comunità internazionale.

Un'italiana: "Strade come trappole" Dopo la scossa "le strade si sono rivelate una trappola. Io sono rimasta bloccata per ore" nell'auto. Lo ha raccontato all'ANSA Fiammetta Cappellini, rappresentante dell'Avsi, una ong italiana, ad Haiti. L'operatrice riferisce che molti edifici importanti della città "sono scomparsi".

"Si sentono dalle macerie le grida di aiuto di chi è rimasto sotto e i parenti sono impazienti. Si disperano. Mancano le luci per illuminare la scena e continuare a scavare di notte. Non possiamo che attendere la mattina, ma questa notte è veramente nera per tutti noi", ha detto, via chat su Skype, la Cappellini.

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