La violenza al cinema? Il porno è molto peggio

La violenza al cinema? Il porno è molto peggio

Mettiamo a confronto gli effetti di un atto di violenza particolarmente efferato e un atto sessuale particolarmente crudo. La domanda facile e immediata che chiede una risposta semplice e sincera è la seguente: un atto sessuale esibito in tutta la sua crudezza è più grave di un’efferata violenza?
Prima di rispondere spiego il perché di questo apparentemente bizzarro confronto e della successiva domanda. Il motivo mi è suggerito da tutto questo gran discutere sul film Apocalypto che, quanto a violenza, ne possiede un campionario tanto fantasioso da scomodare perfino un intervento del nostro ministro della Cultura, nonché vicepremier, Francesco Rutelli.
Per coloro che a tutt’oggi si fossero interessati di cose più importanti di quel film, riassumerò dicendo che Apocalypto racconta gli ultimi tempi di sopravvivenza sul nostro pianeta della civiltà Maya, rappresentandola come un’accozzaglia di maniaci assassini e violentatori. Se, per caso, qualcuno fosse interessato a conoscere la verità sulle straordinarie civiltà precolombiane si legga il volume dello storico William Prescott, pubblicato dall’editore Einaudi e vada a vedere un altro film.
Rutelli, dunque, sconsiglia la visione di Apocalypto ai minori, non perché è un grossolano e volgare falso storico, ma per le due ore di violenze senza un attimo di tregua né per i cattivi del film né per quei poveracci di spettatori seduti in sala. Il punto di vista di Rutelli non è neppure originale, perché Apocalypto è stato vietato ai minori in Paesi assolutamente democratici che non temono di essere additati come fanatici e oscurantisti censori. Olanda, Irlanda, Germania, Stati Uniti hanno vietato ai minori il film: noi, con una discreta originalità, no. E allora ritorniamo a quel confronto e a quella domanda con cui avevo incominciato.
Un atto sessuale esibito in tutta la sua crudezza è più grave dell’immagine di un’efferata violenza?
Si faccia subito attenzione, per favore, che la questione è esclusivamente relativa al problema dell’educazione degli adolescenti: per un adulto la questione neppure si dovrebbe porre, perché è auspicabile che abbia acquisito sufficienti strumenti intellettuali per razionalizzare alla benemeglio sia le immagini pornografiche che quelle violente. Ma per un adolescente? Per lui sono assolutamente più diseducative le immagini pornografiche.
Tutta la nostra cultura si è sviluppata sull’idea catartica della violenza: la troviamo nel primo grande libro dell’Occidente, l’Iliade, nelle tragedie greche, ce ne parla il filosofo Aristotele. La violenza insegna all’uomo il modo di guardare il male del mondo e superarlo: atti violenti estremi, eroici, eccezionali anche nella loro possibilità di essere replicati da comuni mortali, ma che comunque costringono proprio il comune mortale a fare i conti con se stesso e con la storia, con le regole che salvaguardano la comunità dalla sua autodistruzione violenta e con l’eventuale infrazione delle regole qualora sia doveroso difendersi dalla violenza che dall’esterno minaccia una comunità. La violenza nelle sue immagini e simbologie ha sempre avuto nella nostra cultura una essenziale funzione educativa degli adolescenti, sia insegnando il rispetto delle regole e dell’ordine, sia formando una coscienza eroica quando si trattava di sacrificare se stessi per la salvezza di altri.
Noi oggi dimentichiamo tutto questo e nel contempo siamo diventati assolutamente permissivi, nei confronti degli adolescenti, per ciò che riguarda erotismo e pornografia che costituiscono reali minacce distruttive della personalità di un giovane. Naturalmente la morale sessuale va modernizzata, deve andare al passo con i tempi. Tuttavia a nessuno sfuggirà che ha molta più influenza sull’educazione l’erotismo volgare, la pornografia, ormai diffusi anche nei fumetti, che immagini violente. D’altra parte si pensi come la simbolizzazione di un atto violento è catartico e liberatorio dalla violenza stessa, mentre la simbolizzazione della sessualità porta a un’ossessione maniacale e, come spesso si vede in giro, alla violenza più brutale.


E allora si può rimanere perplessi per il grande clamore suscitato da un film come Apocalypto, essenzialmente idiota, e al silenzio di chi ha alte responsabilità di fronte alla diffusione variegata e copiosa di erotismo mercificato e di pornografia che producono nichilismo e degrado della personalità adolescenziale.

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